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Il mio primo turno in triage tra Ecg e bimbi in lacrime

di Mauro Salvato

Sono chiamato a fare il mio primo turno in triage, sento un nodo alla gola, aumenta la frequenza cardiaca fino ai 166 battiti al minuto, inizio a realizzare che sarò responsabile della vita delle persone che mi chiederanno un aiuto da qui a qualche ora.

Cronaca di un primo turno in triage

triage

Lavoro da più di sei mesi in Pronto soccorso e ho fatto un corso dedicato con altrettanto tutoraggio, ma so che dovrò essere pronto ad agire, vigile, attento, preparato su tutto, perché mi potranno chiedere qualsiasi cosa e io sono l’unico che può dar loro una risposta immediata ed esauriente. Dovrò essere convincente sia con il paziente sia con i familiari che, agitati come i cavalli del palio di Siena prima della corsa, mi faranno mille domande.

Sale l’ansia ancor di più quando incrocio gli sguardi dei miei colleghi che già hanno esperienza e sanno che oggi è il mio primo turno da triagista. Mi dicono: Su coraggio, ce la farai, non è poi così difficile. Ma so che ho paura di fare scelte sbagliate, di assegnare un codice colore errato. È facile parlare, per loro che lo fanno da tempo.

Giunge finalmente il momento di sedersi su quella maledetta sedia in triage. Non ci sono pazienti al momento e il mio collega mi passa in consegna cinque pazienti in attesa. Poi mi guardo intorno, mi accerto che tutto sia in ordine e accedo al sistema informatico per controllare la situazione generale. Dopo qualche minuto ecco da lontano arrivare il mio primo paziente con la mano al petto e un colorito del viso poco roseo. La prima cosa che penso:

Avrà mica un infarto?

Sento il panico che di colpo mi assale, faccio un bel respiro e gli chiedo cosa stia succedendo e lui mi racconta che ha epigastralgia e vomito dal giorno precedente. La cosa allora mi rassicura un po’, ma so che non posso fidarmi, inserisco i dati del paziente nel computer, con qualche difficoltà, perché non so cosa scrivere di preciso. La prima volta cancello tutto quello che ho scritto, perché mi sembra troppo lungo. Ricontrollo... poi ricancello, perché ora mi sembra troppo corto.

Nel frattempo arrivano due ambulanze e una mamma con un bambino. Sto per chiudere la scheda dopo avergli chiesto un po’ di informazioni cliniche e so che devo effettuare un Ecg al più presto, ma nel frattempo vedo la fila delle persone che si allunga e tutti mi guardano come se dicessero:

Ti dai una mossa che sto male?

Faccio prima l’Ecg o valuto il bambino che piange? E la nonnina che mi chiede subito una carrozzina, perché non riesce a stare in piedi? Ma il paziente portato dall’ambulanza che si agita e si lamenta in maniera così marcata cos’ha? Cosa faccio? A chi devo dare precedenza?

Tutte domande, dubbi, incertezze che, lo so, un giorno spariranno per lasciare spazio all’esperienza. Ma adesso, al mio primo giorno da triagista, mi frullano nella testa tutte insieme e vorrei con un sol gesto poter prendere in carico tutti.

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Commenti (1)

Alex Capp

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1 commenti

Sei un grande professionista

#1

Caro Mauro, ho avuto il piacere di conoscerti e condividere qualche turno, professionisti come te ce ne vorrebbero a centinaia nei Pronto Soccorso e certamente i pazienti sarebbero al sicuro. Colgo l'occasione per augurarti il meglio per la tua carriera professionale.
Ciao Ale