Pochi giorni fa la presidente Ipasvi Barbara Mangiacavalli è intervenuta con un discusso post sulla guerra social tra alcuni infermieri. Ha dichiarato di essere intervenuta su questioni personali
e di averlo fatto da infermiera a infermieri
. Difficile però togliersi i panni da personaggio pubblico e non rischiare di confondere le acque. La pensa così Vincenzo Scialò, vicepresidente dell’associazione #Noisiamopronti, che ha scritto una lettera indirizzata proprio alla presidente della Federazione nazionale.
Scialò, #Noisiamopronti: Mangiacavalli, basta lo dicono gli infermieri
Signora Presidente,
ho letto l’intervista che lei ha rilasciato a Nurse24 e non mi ha convinto per nulla.
Lei non può affermare di aver parlato da infermiera a infermieri; con tale affermazione ci si sente presi in giro.
Se il suo intervento fosse stato recepito così, dubito che avrebbe avuto le risposte che ho avuto modo di leggere. Ma lei parla di consensi, quando ci sono stati anche tanti dissensi. Ipotizzo che anche i toni e i contenuti sarebbero stati diversi. Per non parlare dei tanti silenzi per evitare ulteriori polemiche.
Sul social Lei dice di aver ha utilizzato il suo profilo “personale”, ma la foto del suo profilo riporta inequivocabilmente al ruolo pubblico e pertanto non esiste, per sua stessa scelta, un profilo personale; ha usato dunque chiaramente il suo ruolo pubblico per richiamare e, mi permetta, in brutto modo, alcuni (e non altri) e soprattutto per mettere sullo stesso piano chi ha fatto provocazioni, illazioni, affermazioni orrende con coloro che, pur se con toni alti da utilizzare mai, hanno però risposto.
Non trovo inoltre corretto e per nulla esemplare che Lei affermi che non può dire a chi si riferisce perché sono colleghi che scrivono “su gruppi chiusi o su account personali” a cui evidentemente però, Lei dà retta o di cui, come singola infermiera, fa parte. E stigmatizza senza alcun approfondimento o contraddittorio.
Mi spiace molto perché Lei in questo modo offusca l’immagine della Federazione, oltre che la sua, visto il piglio e il tono sanzionatorio che ha utilizzato prima e che utilizza anche nell’intervista. Continuando, fra l’altro, a confondere il suo ruolo di Presidente con quanto ha detto e affermato come “semplice” infermiera.
E mi permetta ancora: perché contribuisce a dare corpo a ciò che dice di non volere? Le ombre che Lei paventa e dietro cui si nasconderebbero scopi che non sono quelli di “difendere la nostra professione”, si fugano proprio con la trasparenza e con il dire le cose per come stanno e anche chiamando a rispondere, Lei direttamente, chi ha trasceso o facendo chiamare attraverso i Collegi a cui sono iscritti, i singoli infermieri.
Credo che “Ora basta!” lo vorrebbero dire i tanti infermieri che vedono giorno dopo giorno appassire nel nulla di fatto la loro speranza di un impegno altrettanto volitivo a favore del loro lavoro e delle loro aspettative di crescita ed evoluzione professionale e contrattuale
Vincenzo Scialò, vicepresidente associazione #NoiSiamoPronti
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