Il Presidente della regione Campania, Vincenzo De Luca, ha annunciato la stabilizzazione contrattuale di circa 2000 unità tra medici e operatori del comparto sanitario invitando le Asl a bandire concorsi interni riservati.
NAPOLI. Dopo anni di silenzi in questi giorni si sente parlare di nuovo di sanità, nello specifico della nostra sanità, quella che non sembra venir mai fuori dal suo eterno “medioevo”. Con il DPCM del 6 marzo 2015 viene sancita in Italia la stabilizzazione dei precari; con questo provvedimento, fortemente voluto dal ministro Beatrice Lorenzin, si apre una nuova fase per infermieri, medici e altro personale con contratto di lavoro a tempo determinato che da anni garantisce la continuità nella erogazione delle prestazioni di cura e assistenza sanitaria dei cittadini.
Il Presidente della regione Campania, Vincenzo De Luca, ha annunciato la stabilizzazione contrattuale di circa 2000 unità tra medici e operatori del comparto sanitario invitando le Asl a bandire concorsi interni riservati.
De Luca ha spiegato che “saranno stabilizzati in duemila tra contratti attualmente a termine e atipici”, precisando che sono 800 i precari con contratti a termine per i quali “le asl interessate devono avviare subito i concorsi interni per la stabilizzazione e quindi devono pubblicare atti e fare commissioni per poter chiudere tutto a settembre, vigileremo perché le asl brucino i tempi, usiamo anche il mese di agosto. Poi con il commissariato – ha aggiunto – lavoriamo per i contratti atipici che non potrebbero essere stabilizzati, quindi per loro ci sarà prima il prima passaggio a contratti a tempo determinato e poi la stabilizzazione”.
Dopo anni di buio forse qualcosa sembra muoversi , si darà così il via al famoso “sblocco del turn-over”?.
In questo scenario però si fanno sentire le voci e i malumori dei migliaia di medici e operatori sanitari fuori sede, costretti a fare concorsi in altre regione poiché in Campania non si bandisce un concorso pubblico da anni.
Prima di stabilizzare i precari ci si chiede se verranno indetti i concorsi di mobilità intra ed extra regionali, come previsto dall’articolo 30 del decreto legislativo 30.03.2001, n. 165,che dopo aver fissato al primo comma il principio della mobilità volontaria a domanda al successivo comma 2-bis, introdotto dall’articolo 5, del decreto legislativo 31.01.2005, n. 7, convertito con modificazioni dalla legge 31.03.2005, n. 43, stabilisce che “Le amministrazioni, prima di procedere all’espletamento di procedure concorsuali, finalizzate alla copertura di posti vacanti in organico, devono attivare le procedure di mobilità”.
Proprio in merito ai concorsi di mobilità gli infermieri stessi chiedono,inoltre, una semplificazione del processo. E’ infatti in rete una petizione per chiedere di mettere ordine nelle procedure di mobilità interregionale e del turnover; sono state raccolte migliaia di firme in pochissimo tempo che corrispondono ad altrettanti lavoratori che chiedono, appunto, lo sblocco del turn over e l’attivazione delle mobilità extraregionali prima di qualsiasi altra procedura concorsuale e l’abrogazione del comma 1 art. 4 della legge 114/201, ovvero la dicitura che nega al lavoratore dipendente di svincolarsi con la mobilità volontaria dal rapporto di lavoro con l’amministrazione cedente se non con il rilascio di un nulla osta dell’azienda stessa.
La legge 30 ottobre 2013, n. 125 detto anche “decreto precari” prevede la possibilità di bandire concorsi fino al 31 dicembre 2016 per "recuperare" il personale a tempo determinato purché i partecipanti abbiano determinati requisiti, ovvero il servizio a tempo determinato da almeno tre anni negli ultimi cinque anni, purché assunto con procedure selettive.
In alternativa la loro stabilizzazione si può inserire nel contesto di nuove assunzioni in processi concorsuali ex novo ma comunque non può superare il 20% del totale. In definitiva si sta consumando una vera e propria “guerra tra poveri”, da un lato i precari, dall’altro gli stabilizzati costretti,però, a lavorare lontano dalle proprie regioni.
La determinazione del presidente De Luca nel voler affrontare il tema della precarietà è un buon segnale per la sanità campana, tuttavia si ritiene importante per lo stesso motivo sollecitare lo stesso governatore ad avviare le procedure di mobilità extraregionali e concorsi pubblici per dare anche la possibilità a tanti operatori della sanità di rientrare e ricongiungersi con le loro famiglie.
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