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Schirru (IPASVI): "in Piemonte occorre capire come verranno organizzate le Direzione delle Professioni Sanitarie"

di Redazione

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Per la vice-presidente della FNC IPASVI e presidente del Coordinamento regionale Ipasvi del Piemonte occorre sedersi ad un tavolo e decidere come muoversi per non sbagliare.

TORINO. Il presidente del Coordinamento dei Collegi Ipasvi del Piemonte, nonché vice-presidente della Federazione Nazionale dei Collegi Ipasvi, Maria Adele Schirru, scrive al presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino, per ribadire la necessità di fare chiarezza sulla definizione dell'impianto organizzativo della Direzione delle Professioni Sanitarie (DiPSa). Vediamo cosa scrive.

Egregio Presidente Chiamparino,

riteniamo necessario, vista l'analisi degli Atti Aziendali delle ASL e ASO presenti sul territorio regionale effettuato dalla Regione Piemonte, contribuire allo stesso fornendo alcune osservazioni rispetto all'impianto organizzativo che si evince dall'analisi degli stessi relativamente alla gestione e organizzazione delle Professioni Sanitarie. Fatta salva l'autonomia tecnico gestionale in capo a ogni Azienda sanitaria riteniamo opportuno per ragioni di trasparenza che, sul territorio regionale, siano evidenti i criteri utilizzati per la definizione dell'impianto organizzativo dei DiPSa (Direzione delle Professioni Sanitarie).

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Sergio Chiamparino, presidente della Regione Piemonte.

L'attuale situazione che si evince dalla lettura dei vari Atti Aziendali evidenzia:

a) articolazioni aziendali molto differenziate tra di loro: le relazioni a monte della struttura evidenziano posizioni in staff alla Direzione generale, oppure posizione in “line” alla direzione strategica , ecc.

b) una struttura che è definita tale o struttura organizzativa complessa o semplice. Tale differenziazione è coerente con quanto espresso nell’accordo siglato in data 23 luglio durante il quale sono stati illustrati i contenuti delle linee guida per la revisione degli Atti aziendali. Nel verbale tra Direzione Sanità e le organizzazioni sindacali si legge "Dette strutture sono individuate come complesse o semplici in relazione alla sussistenza o meno dei succitati elementi oggettivi che ne giustifichino la complessità (il numero di dipendenti gestiti, il bacino di utenza, i posti letto, ecc..)". Per contro però, come si può rilevare dalla tabella in allegato, gli elementi oggettivi esemplificati nell'accordo non sono stati tenuti in considerazione nei vari Atti Aziendali.

c) articolazioni a valle non definite in modo puntuale, alcuni atti aziendali non configurano posizioni gerarchiche del DiPSa se non la generica definizione della necessità di individuare collaboratori all'interno dello stesso per attuare le funzioni allo stesso preposte, altri, invece, configurano dipendenze gerarchiche e/o funzionali rispetto ai coordinatori di dipartimento o al personale delle quattro aree professionali e del personale di supporto.

Comunemente si concorda che la Direzione Aziendale delle Professioni Sanitarie abbia la funzione di indirizzo, direzione e coordinamento del personale delle professioni delle quattro aree professionali e del personale di supporto al fine di garantire:

- un’assistenza infermieristica, ostetrica, tecnico sanitaria, della riabilitazione efficace, efficiente, di qualità ed adeguata alla globalità dei bisogni dei cittadini;

- il continuo adeguamento quali - quantitativo dei servizi offerti alla domanda espressa dalla popolazione di riferimento predisponendo forme di organizzazione dei servizi, secondo le modalità ritenute più idonee a massimizzare gli aspetti di efficacia, efficienza e qualità dei processi assistenziali e del lavoro Per sviluppare una qualità dei risultati sia in ambito professionale sia in ambito gestionale in riferimento all’utilizzo delle risorse umane assegnate, si ritiene essenziale che, già a partire dalla sua istituzione nelle diverse realtà aziendali, siano evidenti e rispettati tutti i criteri affinché tale struttura possa adempiere a pieno al proprio dovere istituzionale.

Cogliamo, inoltre l’occasione, per esprimere la nostra preoccupazione per quanto attiene la “critica” situazione delle risorse umane, con particolare riferimento alla professione infermieristica che, nel corso degli ultimi anni, è stata soggetta a significative riduzioni del contingente disponibile per effetto del mancato e/o contenuto turnover. Tale fenomeno, valutato alla luce di variabili non solo di carattere numerico, quali ad esempio l’aumento dell’età media del personale in servizio, mette in evidenza la necessità di valutare come sia urgente una riflessione sul tema, trattando lo stesso congiuntamente sia alle politiche di gestione sia ai termini di reclutamento al fine di rendere gli stessi coerenti ai bisogni di salute espressi dalla popolazione.

RingraziandoLa della sua attenzione, restiamo a sua disposizione per individuare eventuali correttivi e/o adattamenti necessari a concorrere a pieno alle politiche di miglioramento della qualità dei servizi offerti.

La non risposta alla presente, verrà letta come un chiaro segnale politico di disinteresse per le professioni sanitarie ed in particolare per la professione infermieristica.

Dott. ssa Maria Adele Schirru

Presidente Coordinamento Collegi IPASVI Regione Piemonte

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