E' un classico, il paziente torna a casa e non sa più che terapia seguire: se quella nuova dell'ultima visita o se quella in aggiunta alla precedente o solo la precedente; poi preso da grande confusione e sconforto decide di non assumere più niente "perchè ognuno dice la sua".
Mancata riconciliazione farmaceutica: causa gravi danni al paziente
La presa in carico dei pazienti cronici richiede maggiore impegno di risorse per garantire una continuità assistenziale e una forte integrazione tra i servizi socio-sanitari. Il paziente che richiede cure sanitarie spesso accede ad un pronto soccorso di una qualsiasi struttura ospedaliera, da lì in poi si aprono diverse porte: viene ricoverato oppure dimesso, rimandato alle cure del medico di famiglia o trasferito da una struttura ad un'altra e via dicendo.
Capita che ad ogni nuova porta che si apre, il paziente perda qualche pezzo della cura precedente. E' il caso della terapia farmacologica. "La mancata Riconciliazione farmaceutica può causare gravi danni al paziente" così si apre la Raccomandazione n. 17 del Ministero della Salute "riconciliazione della terapia farmacologica".
Ricognizione terapeutica: (I FASE) è la raccolta di dati riguardanti il paziente, i suoi stili di vita, le sue patologie e la terapia farmacologica in atto.
Il medico, l'infermiere, l'ostetrica o il farmacista effettua la ricognizione entro le 24h dalla presa in carico del paziente. Qualora la ricognizione venga effettuata in fasi successive e da più operatori è necessario che ogni atto sia documentato con data ora e firma. La fonte privilegiata deve essere il paziente anche per capirne l'eventuale mancata aderenza alla terapia.
Riconciliazione terapeutica: (II FASE) il medico prima di una nuova prescrizione prende atto della scheda di ricognizione e confrontando la terapia in corso con quella necessaria a quel nuovo momento clinico effettua una riconciliazione. Sospende eventuali farmaci, ne aggiunge altri, rimuove le sovrapposizioni.
Comunicazione: tra operatori sanitari e tra questi e il paziente in tutto il processo di cura.
Una maggiore collaborazione tra professionisti in ospedale e sul territorio permettono una migliore e completa presa in carico in carico del paziente in ogni ambito di cura. Nella trasmissione dei dati è necessario accertarsi dell'effettiva comprensione da parte del paziente e/o del suo caregiver.
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