Teoriche
È stato basandosi sui modelli funzionali di Gordon che Lynda Juall Carpenito ha sviluppato il suo modello bifocale dell’attività clinica. Secondo tale modello sono fondamentalmente due le tipologie di intervento che l’infermiere mette in campo durante la sua pratica professionale: da un lato ci sono le situazioni nelle quali è protagonista e prescrittore (diagnosi infermieristiche) e, dall’altro, situazioni durante le quali collabora con altri professionisti (problemi collaborativi).
Carpenito, modello bifocale dell'attività
Con diagnosi infermieristica si intende un giudizio clinico riguardante le risposte di una persona, famiglia o comunità a problemi di salute/processi vitali, problemi che possono essere reali o potenziali; rappresenta la base sulla quale l’infermiere sceglie gli interventi da attuare al fine di raggiungere determinati obiettivi e costituisce la sfera di completa autonomia e responsabilità della professione infermieristica.
I problemi collaborativi sono certe complicanze che gli infermieri controllano per individuarne la comparsa o una modificazione; gli infermieri gestiscono il problema collaborativo con interventi di prescrizione medica e infermieristica volti a ridurre al minimo le complicanze di determinati eventi; rappresentano la capacità di lavorare in équipe dell’infermiere, nel rispetto di tutte le professioni e sempre diretta al bene dell’assistito.
Le situazioni cliniche nelle quali l’infermiere interviene sono state organizzate da Carpenito in 5 ampie categorie:
- fisiopatolgiche (es. IMA, ustioni, personalità borderline, ecc.);
- correlate a trattamenti (es. dialisi);
- personali (es. avvicinamento alla morte, divorzio, trasferimento, ecc.);
- ambientali (es. scala senza corrimano, luoghi di lavoro a rischio, ecc.);
- correlate a fasi maturative (invecchiamento, ruolo genitoriale, bullismo, ecc.).
Questa impostazione permette di evidenziare l’intero processo di pensiero che si cela dietro alla conoscenza e alla competenza dell’infermiere, dietro la scelta di determinati obiettivi e relativi interventi, a seconda delle caratteristiche di ogni singolo assistito.
Il modello bifocale Carpenito rappresenta un validissimo strumento per trasportare nella pratica le conoscenze teoriche apprese dallo studente infermiere e, allo stesso tempo, rappresenta l’erogazione di un’assistenza infermieristica responsabile, basata su evidenze scientifiche.
Rende molto chiaro quello che è il processo di assistenza infermieristico e ne individua il focus senza mai dimenticare, per dirla nuovamente con Nightingale e chiudere il cerchio, che
l’assistenza è un’arte e se deve essere realizzata come un’arte, richiede una devozione totale ed una dura preparazione, come per qualunque opera di pittore o scultore, con la differenza che non si ha a che fare con una tela o un gelido marmo, ma con il corpo umano, il tempio dello spirito di Dio. È una delle Belle Arti. Anzi, la più bella delle Arti Belle.
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