Alla consistente evoluzione della formazione e dello status giuridico dell’infermiere deve corrispondere una ridefinizione, a livello nazionale, della figura dell’Oss, che potrebbe diventare Collaboratore Socio sanitario (CSS)/Aiuto infermiere. Si tratta di una proposta della Federazione Nazionale delle professioni sanitarie e sociosanitarie Migep, della quale abbiamo fatto un’analisi.
Css/Aiuto Infermiere: la sottile linea rossa tra attribuzione e delega
Mi trovavo ad un corso Gimbe quando mi è arrivato un messaggio con all’interno un file - Il collaboratore socio sanitario-aiuto infermiere (C.S.S. – A.I.) - che ho scoperto essere presente sul sito internet del Senato.
Da buon presuntuoso quale sono ho pensato subito ad una invasione di campo da parte di operatori di supporto, i quali vogliono rianimare il superato infermiere generico.
Lo confesso, è stato faticoso leggere l’intero documento; faticoso poiché nella mia testa c’era l’immagine di figure formate per soddisfare i bisogni primari dei pazienti, soddisfare i bisogni “igienici” di stanze pulite, deterse e disinfettate e non di meno figure nate per sterilizzare i ferri chirurgici e invece mi ritrovo operatori “emancipati” e ancora più vicini a noi infermieri.
Allora decido di leggere il testo una seconda volta, dandomi l’imperativo di eseguire una lettura super partes.
Di cosa si tratta, innanzitutto? Ci riferiamo ad una proposta (contenente anche i principi generali legati alla formazione di 2000 ore; formazione 2.0, visto che si parla di percorso passerella, perfezionamento, competenze acquisite) della Federazione Nazionale delle professioni sanitarie e sociosanitarie (Migep), la quale ha come principi e scopo primario quello del riconoscimento della professionalità delle categorie presenti nel Migep, impegnando gli organi competenti a trovare soluzioni tecnico-politiche che risolvono i problemi inerenti alle categorie stesse (art. 8, Statuto Migep).
Bene. Iniziamo la nostra avventura al di sopra delle parti: già nel preambolo si motiva la realizzazione del possibile percorso formativo definendo un univoco ed omogeneo percorso formativo sull’intero territorio nazionale per un innovato profilo professionale con responsabilità e autonomia nei propri ambiti formativi e nelle diverse équipe sanitarie, socio-sanitarie e potrebbe assumere la denominazione di Collaboratore Socio Sanitario (CSS)/Aiuto infermiere
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A pagina nove della proposta troviamo un aggiornato profilo del possibile futuro collaboratore socio sanitario:
il Collaboratore Socio Sanitario (CSS) effettua assistenza di base alla persona in situazione di stabilità clinico-assistenziale, parzialmente o totalmente non autosufficiente, fragile o in terminalità di vita, secondo le indicazioni operative ovvero la pianificazione assistenziale formalmente definita dall'infermiere/ostetrica
.Il CSS utilizza metodi di lavoro e strumenti operativi orientati all'integrazione multi-professionale, al lavoro di équipe, alla promozione dell'autonomia della persona/famiglia, alla soddisfazione dei bisogni di medio/bassa complessità, all'attuazione di stili di vita sani e al corretto utilizzo dei servizi sanitari e socio-sanitari disponibili
.Il CSS, per quanto concerne le attività logistiche, alberghiere, ovvero le attività orientate al benessere della persona e/o all'igiene ambientale, agisce autonomamente nell'ambito della pianificazione predisposta dall'infermiere o da altro operatore sanitario o sociale
.Il CSS collabora con l'Infermiere e esegue le prescrizioni per quanto attiene l'effettuazione di atti semplici collegati al processo diagnostico-terapeutico o all'attività assistenziale sanitaria infermieristica. E su indicazioni del medico esegue atti medico tecnici. Il CSS è figura sanitaria che esercita nell'area sanitaria, socio-sanitaria e socio-assistenziale
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A questo punto ho bisogno di fermarmi e riflettere su alcuni lemmi presenti nella suddetta descrizione. Il termine che più di tutti ridonda nella mia testa è “collaborare”.
Dal Dizionario De Mauro, collaborare: offrire il proprio contributo, partecipare insieme ad altri allo svolgimento di un lavoro, di un’attività, di un progetto. Sinonimo di contribuire, cooperare, partecipare (assieme con).
Da questa pausa riflessiva è sorto il fulcro (forse provocatorio) di questa analisi, ovvero la sottile linea rossa tra attribuire e delegare.
La differenza tra attribuzione e delega è molto netta e non può essere certamente ridotta ad una sottile linea rossa; eppure nel momento in cui il futuro collaboratore socio sanitario-aiuto infermiere, su indicazione del medico, eseguirà atti medico tecnici, la linea addirittura scomparirà, anzi permetterà al futuro aiuto infermiere di compiere un doppio salto professionale, poiché si ritroverà ad eseguire attività assegnategli direttamente dal medico.
Oppure la mia premessa presunzione mi ha fatto saltare qualche passaggio? Magari il neonato atto medico tecnico è qualcosa che mi sono perso io, è un percorso ormai consolidato, percorso attribuibile “tranquillamente” ad un collaboratore socio sanitario.
Perdonatemi, ma il mio “al di sopra delle parti” questa volta non ha funzionato. Provo a recuperare andando a commentare i gli allegati finali A e B, rispettivamente “Competenze del Collaboratore Socio Sanitario” e “Materie del Corso”.
È necessaria una seconda pausa di riflessione. Nei due documenti allegati alla proposta troppo spesso la “vecchia” figura di supporto esegue delle prestazioni su indicazione diretta del medico.
Tra l’altro ho di nuovo bisogno del Dizionario De Mauro per trovare il significato della parola “elementi” nella sua accezione di basso uso: rudimenti di scienza, dottrina o arte.
In pratica bastano rudimenti di scienza per somministrare terapie su specifica, formale e personalizzata indicazione medica?
Concludendo la mia valutazione pseudo-super partes, vorrei citare il commento sulla questione di Mara Pavan, Presidente dell’Associazione Professioni Sanitarie Italiane Legali e Forensi:
Si potrebbe riconoscere agli infermieri una progressione professionale che li porti ad essere dei super manager dell’assistenza infermieristica, così da giustificare eventuali figure evolute rispetto all’attuale operatore socio sanitario
ivanpruiti
2 commenti
Collaboratore Socio Sanitario/Aiuto infermiere
#8
Buongiorno! Ho letto il suo commento credo che per comprendere meglio cosa puoi fare e cosa non può fare questa figura professionale basta andare a leggere l'accordo Stato-Regioni del 16 gennaio 2003 ovvero quey dell'OSS con formazione complementare. Il profilo del CSS mantiene tutti i compiti dell'OSS e svolge alcune e sottolineo "alcune" attività aggiuntive in ambito assistenziale,igienico-sanitario,diagnostico-terapeutico."L'operatore socio sanitario, che ha seguito con profitto il modulo di formazione complementare in assistenza sanitaria,oltre a svolgere le competenze professionali del proprio profilo, coadiuva l'infermiere o l'ostetrica e, in base all'organizzazione dell'unità funzionale di appartenenza e conformemente alle direttive del responsabile dell'assistenza infermieristica od o sotto la sua supervisione, é in grado di eseguire:
1) la somministrazione, per via naturale,della terapia prescritta, conformemente alle direttive del responsabile dell'assistenza infermieristica od ostetrica o sotto la sua supervisione. Quindi non vedo nessuna confusione e nessuna sostituzione alla figura dell'infermiere poiché l'OSS con formazione complementare collabora sempre su prescrizione dell'infermiere e sotto la sua supervisione