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Coordinamento Infermieri Dirigenti: "occorre trovare una intesa con i Medici, anche se non la vogliono"

di Redazione

Barbato-CID-2015

L’attenzione dell’Infermiere Dirigente, nel prossimo futuro, sarà focalizzata alla comprensione delle basi teoriche e dei principi concettuali della leadership infermieristica in ambienti sanitari complessi e sul territorio.

ROMA. Il Coordinamento Dirigenti Infermieri fa il punto sul 2015 appena passato e crea le basi per un rilancio della professione nell'annualità 2016. In una nota a firma del presidente nazionale del CID, Nicola Barbato, si evidenzia che "nella consapevolezza della tradizione medica presente nel nostro paese, abbiamo osservato che se da una parte finalmente si parla, si discute e si affermano diverse posizioni, dall’altra sono emersi nuovi orizzonti che hanno decisamente messo in discussione la leadership medica sia rispetto al paziente e poi verso le professioni sanitarie tutte."

Senza porre alcuna iniziativa provocatoria e rinnovando la volontà a sedersi ad un tavolo di condivisione, la CID ha notato una certa latitanza sia dell’ordine, sia dei sindacati medici alla richiesta di incontro per confrontarsi sulle diverse questioni professionali.

"Il Comma 566 della legge di stabilità 2015 che alla FNOMCEO, dopo la dichiarata delusione della sua non cancellazione nella legge di stabilità 2016, ha provocato e continuerà a provocare la continua pubblicazione di diversi interventi specialmente sui quotidiani sanitari on line e di incontri 'informali' presso gli uffici ministeriali e di governo per ribadire la contrarietà e la pericolosità di detto comma, dimostra quanto abbiamo ancora da lavorare per costruire e preparare un terreno fertile su cui seminare un nuovo ordine di cose - ricorda Barbato - ogni professione deve possedere il diritto ad avere una evoluzione scientifica, clinica e manageriale, senza paletti e ostacoli. La classe medica si è trincerata dietro la diagnosi e la terapia dimenticando che questi sono solo pezzi di un processo più vasto in cui anche altri professionisti effettuano atti di diagnosi e terapia e prendono decisioni non sempre e solo di responsabilità medica."

"Noi siamo consapevoli che questo è un momento di forte evoluzione per la professione infermieristica, non più solo formativa, non più solo scientifica, ma di riconosciuto valore;  la nostra azione finalmente è ravvisata come indispensabile e strategica nei nuovi modelli organizzativi che vedono l’infermieristica come soluzione diversa ai vecchi schemi che ad oggi ha portato solo aumenti spropositati della spesa sanitaria con scarsi benefici ai cittadini - aggiunge il presidente del CID - vogliamo che i percorsi di specializzazione, clinici e manageriali, siano collocati nell’area della dirigenza e devono poter essere attivati immediatamente, troppo tempo è stato perso. Noi siamo quelli che credono che il servizio sanitario nazionale e regionale deve cambiare, approdando a nuove filosofie manageriali dove il risultato e non solo l’azione deve essere valorizzato ai fini del riconoscimento professionale ed economico."

E non è tutto: "in particolare crediamo che il nuovo infermiere che ha o avrà una posizione dirigenziale, deve possedere un curriculum professionale che ingloba conoscenze di pratica professionale, di gestione economica delle risorse, di orientamento e governo dei rapporti di lavoro e della previdenza, della gestione del rischio, della tecnologia dell’informazione; deve saper argomentare di politica sanitaria e avere tensione strategica verso l’imprenditorialità.
Deve possedere le capacità per motivare e giustificare la ricerca infermieristica alla pratica infermieristica clinica, organizzativa e gestionale,  per individuare e supportare le decisioni che, nel rispetto dell’ etica, devono produrre risultati ai massimi livelli qualitativi. Non è raro che gli infermieri dirigenti nel mondo sono coinvolti in progetti per valutare la qualità dei dati allo scopo di generare prove utili ad aiutare i clinici ad utilizzare in modo sicuro i farmaci nel trattamento dei pazienti. Noi riteniamo che le prossime aree strategiche su cui volgere l’auto formazione e integrazione di conoscenze siano la costruzione di processi comunicativi efficaci per favorire la rete di relazioni non solo professionali. Queste competenze avanzate di comunicazione, unite alla valorizzazione delle diversità  ed ad una governance condivisa, possono creare ambienti con persone/professionisti capaci di promuovere la fiducia nei cittadini e un tessuto di relazioni organizzative credibili per le istituzioni. La gestione finanziaria e l’allocazione delle risorse nei sistemi sanitari richiedono all’infermiere dirigente di  saper utilizzare la pianificazione strategica finanziaria, l’analisi di bilancio, il budget, e attivare strategie decisionali finanziari specifiche per il settore sanitario. Dovrà saper esplorare i problemi anche alla luce delle fonti di finanziamento e dei vincoli, conoscere i sistemi di rimborso delle prestazioni, il contenimento dei costi e di marketing.  I dirigenti strategici sono consapevoli che il tempo/professionale ha un valore principalmente economico  pertanto non può essere utilizzato per azioni improprie o lasciato per raggiungere obiettivi diversi da quelli aziendali."

L’attenzione dell’Infermiere Dirigente, nel prossimo futuro, sarà focalizzata alla comprensione delle basi teoriche e dei principi concettuali della leadership infermieristica in ambienti sanitari complessi e sul territorio. Lo scopo è quello di riconoscere l’infermieristica come metodologia per guidare efficacemente il cambiamento dell’organizzazione, costruire culture forti, sviluppare team efficaci e affrontare i problemi. Sono eccellenti i processi di cambiamento nelle organizzazioni sanitarie contemporanee e la creazione di opportunità per gli infermieri che perseguono la leadership trasformazionale.

"Tutto questo è attuale materia di discussione all’interno del Comitato Infermieri Dirigenti, rinnovato nel direttivo nazionale nel 2015, ha concluso la sua prima fase di trasformazione, inserendo nella direzione nazionale colleghi di elevata professionalità, tutti dirigenti di autorevole aziende pubbliche e private, votati al cambiamento tanto auspicato - conclude Barbato - sono rappresentativi delle diverse realtà sanitarie del nostro paese e nello stesso tempo uniti da un forte spirito collaborativo per affrontare il mandato che, nell’ultimo congresso di ottobre 2015, ci siamo conferiti per raggiungere i nostri obiettivi. In sintesi ricordiamo a tutti i soci che è in atto il cambiamento dello statuto; il CID nato nel 1956, proprio  nel 2016 compie 60 anni di storia e noi vogliamo il rinnovare obiettivi statutari e finalità, permettendo anche la possibilità a chi si forma per la dirigenza di poter accedere alla nostra organizzazione. All’assemblea dei soci nel 2016 chiederemo di votare la nuova denominazione e anche un nuovo logo. Stiamo attivando nuovi rapporti di collaborazione con la Federazione nazionale IPASVI, con l’ENPAPI con il Ministero della Salute, nell’immediato, con l’ARAN e altri enti pubblici e privati che possano condividere con noi il nostro progetto di una dirigenza vera, libera, riconosciuta e giustamente remunerata. Ma i nostri rapporti non sono solo nazionali, abbiamo in atto un progetto importante con l’ENDA (European Nurse Directors Association) di cui siamo componenti nel Board direttivo centrale, che ci vedrà protagonisti al prossimo congresso Europeo in Croazia ,  Opatia 11,12,13,14 ottobre 2017."
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