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IPASVI

Come e chi sarà l'Infermiere del futuro?

di Redazione

Mangiacavalli-Web

Lo ricorda la senatrice Silvestro (PD) e ne parlerà questa sera a "Ballarò" su Raitre la presidente della FNC Ipasvi Barbara Mangiacavalli.

ROMA. Come e chi sarà l'Infermiere del futuro? E' la domanda che si chiedono in tanti in vista delle prossime riforme professionali che riguarderanno l'intera categoria infermieristica. Il Nurse del terzo millennio integrerà competenze multidisciplinari in un modello organizzativo non più verticale (basato sulle specializzazioni mediche), ma orizzontale.

Questo è quanto emerso dallo studio "Nurse", condotto dal Cerismas (Centro ricerche e studi in management sanitario dell’Università Cattolica).

Questo permetterà di adottare le più adeguate procedure e protocolli adattandoli ai bisogni del singolo assistito.

“Nessuno è sopra a nessuno in Sanità, ma ci si coordina e ci si organizza a vantaggio del paziente - ha ricordato in una recente intervista la senatrice Annalisa Silvestro, esponente del Partito Democratico e già presidente della Federazione Nazionale dei Collegi Ipasvi , attualmente capitanata da Barbara Mangiacavalli, che questa sera difenderà l'immagine dell'Infermiere a 'Ballarò', la nota trasmissione politica di Raitre -le forme orizzontali di coordinamento dell’assistenza sono quelle che da anni proponiamo e la ricerca mette in risalto che, anche grazie a queste, non solo si ottimizza l’organizzazione dei servizi e la qualità della prestazione, ma si esaltano i ruoli di tutti gli attori dell’assistenza”.

I futuri sviluppi del nursing dipenderanno però dalle aziende, dai cambiamenti che decideranno o meno di attuare e dal grado di sviluppo tecnologico che sarà possibile nella sanità italiana. Per perseguire la via del cambiamento, secondo lo studio Cerismas, andrebbero anzitutto riviste le relazioni tra medici, infermieri e personale sanitario sia in ospedale che sul territorio.

Tra le figure infermieristiche più innovative, quella del Community matron: è un infermiere coordinatore per l’assistenza domiciliare e territoriale su gruppi di circa 50 pazienti; questa figura, che ha già avuto larga diffusione nel sistema ospedaliero inglese, ha lo scopo di ridurre le ospedalizzazioni evitabili.

I Care manager sono invece gli infermieri che gestiscono i pazienti territoriali e a domicilio, grazie al coordinamento del matron.

Il Discharge manager si occupa, sia in ospedale si sul territorio dell’accesso, della dimissione del paziente, curando le interazioni con il team medico e i familiari del paziente.

Si chiama invece manager di piattaforma, l’evoluzione del caposala di reparto. A questo è affidato il compito di coordinare la programmazione delle attività, oltre che di gestire le risorse umane e tecnologiche.

Nel nuovo ventaglio di figure infermieristiche, anche il Risk manager (per la prevenzione e il monitoraggio degli errori in medicina) e il Research manager (per la ricerca clinica e infermieristica).

Il problema per gli Infermieri, comunque, rimane sempre uno ed uno solo: il mancato riconoscimento sociale e culturale della Professione, sempre più demansionata e precaria, con oltre 30.000 figure che non riescono a trovare un lavoro stabile o non ce l'hanno proprio un'occupazione.

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