La formazione è il pilastro di ogni professione e la migliore garanzia per tutti i cittadini che usufruiscono di professionisti preparati ed in grado di rilevare e risolvere i loro bisogni.
Queste le parole di Barbara Mangiacavalli in occasione del meeting Salute di Rimini, intervenendo al think tank “Formazione, informazione e futuro delle professioni nel sistema sanitario nazionale”.
Futuro delle professioni nel sistema sanitario nazionale
Gli infermieri si formano da oltre venti anni in Università, la laurea triennale è immediatamente abilitante e consente a chi la consegue di lavorare immediatamente nell’assistenza. Quella magistrale, biennale, permette di accedere alla docenza universitaria, ai dottorati di ricerca, ai master di secondo livello che equivalgono a vere e proprie specializzazioni, alla dirigenza infermieristica, inserita da questo contratto proprio nell’area della dirigenza con quella medica e sanitaria in generale, spiega in occasione del meeting Salute di Rimimini 2018, Barbara Mangiacavalli, presidente delle Federazione nazionale degli Ordini delle professioni infermieristiche che raccoglie gli oltre 440mila infermieri presenti in Italia, circa il 50% dell’attuale forza lavoro pubblica e privata.
Concretizzare ancora più operativamente le specializzazioni infermieristiche, già radicate nel resto d’Europa, rappresenta una delle strade imprescindibili della formazione professionale e di tutto il sistema sanitario. Nuove specialità – prosegue la presidente FNOPI - emergono sulla base delle esigenze di salute della popolazione. Le specialità si sviluppano per fornire valore aggiunto al ruolo pratico e offrono flessibilità all'interno della professione per soddisfare queste esigenze emergenti dei pazienti.
I programmi di formazione – aggiunge ancora - possono e devono preparare professionisti in una specialità, purché soddisfino tutti gli altri requisiti dei programmi di istruzione, compresa la preparazione del nucleo APRN (Advanced Pratictionier Nurse), del ruolo e delle competenze core. Inoltre si dovranno valutare il ruolo e le competenze focalizzate sulle esigenze della popolazione affinchè gli infermieri siano in grado di prendere in carico le esigenze di un cittadino a 360 gradi.
I cittadini devono conoscere gli infermieri – spiega la presidente FNOPI - ed essere tranquilli con loro, anche se, di fatto, lo sono e li cercano: l’Osservatorio civico Fnopi-Cittadinanzattiva ha evidenziato che vorrebbero essere assistiti da un infermiere nella farmacia dei servizi (65,5%), poter disporre di un infermiere di famiglia/comunità (78,6%), avere la possibilità di consultare un infermiere esperto in trattamento di ferite/lesioni cutanee (86,1%) ma anche uno a disposizione nei plessi scolastici per i bambini e ragazzi che ne potrebbero avere bisogno (84,1%). I cittadini reputano il lavoro degli infermieri positivo ma temono anche che il tempo dedicato all’assistenza venga meno a causa delle attività burocratiche (51,3%). In sintesi chiedono ‘non toglieteci l’infermiere’. Il futuro della professione, anzi delle professioni, non è solo “degli infermieri”, ma “con gli infermieri” e va costruito con protocolli di intesa e documenti congiunti multi professionali per percorsi di partenariato professionale su obiettivi condivisi.
In questo senso – afferma Mangiacavalli - vorremmo, con la collaborazione di tutte le professioni, sviluppare tematiche, quali, ad esempio, lo skill mix change (cioè la modifica della composizione professionale del personale, già attuata in Paesi quali Stati Uniti e Gran Bretagna e indicata come priorità da numerosi studi recenti, tra cui il rapporto Oasi del Cergas Bocconi) , i missed care (la misurazione degli esiti anche infermieristici), i Nursing Sensitive Outcomes (NSO), per consolidare il contribuito dell'assistenza infermieristica nel percorso di cura del paziente già attuato con successo in alcune Regioni benchmark italiane.
Tutto questo – conclude - con una linea guida precisa: ogni professione ha il su ruolo primario e il suo compito fondamentale e in questo nessuno deve poter pensare che l’uno possa sostituire l’altro, ma ragionando secondo evoluzioni professionali che siano appropriate, ovvero che possano mettere il professionista giusto ad operare nel giusto contesto al massimo delle sue potenzialità. Ed è questo “massimo” che ancora oggi dobbiamo perseguire ed ottenere. Perché i cittadini hanno bisogno di risposte e di professionisti in grado di fornirle.
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