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Specializzazioni Infermieristiche

Fnopi e Animo: l’infermiere specializzato è indispensabile

di Redazione Roma

Il Covid-19 lo ha dimostrato: negli ospedali la medicina interna è una “specialità fondamentale” e la maggior parte dei pazienti che accoglie presentano una patologia acuta che si inserisce in un quadro di cronicità, polipatologia e fragilità in età avanzata. A sostenerlo sono Fnopi e Animo, l’Associazione nazionale degli infermieri di medicina, che hanno redatto all’interno di un documento congiunto il nuovo percorso necessario per la formazione degli infermieri che, nei reparti di medicina, assistono i pazienti. Ne consegue che l’infermiere, si legge, dovrà essere specialista con laurea magistrale a indirizzo clinico in area medica.

Infermiere di area medica, position paper Fnopi-Animo

Un documento congiunto focalizzato su un nuovo percorso indispensabile alla formazione degli infermieri che, all’interno dei reparti di medicina, assistono i pazienti. Lo hanno messo nero su bianco la Fnopi e l’Animo, l’Associazione nazionale degli infermieri di medicina. “Position statement: l’assistenza infermieristica in area medica”, questo il titolo del documento, viene alla luce in un momento nel quale il Covid-19 ha dimostrato che la medicina interna non rappresenta una “specialità di base” all’interno degli ospedali, ma una “specialità fondamentale”.

Non tralasciando il fatto, poi, che il contesto clinico/epidemiologico negli ultimi trent’anni è radicalmente mutato: la maggior parte dei pazienti accolti in medicina interna, e più in generale nei reparti di area medica, presentano una patologia acuta che si inserisce in un quadro di cronicità, polipatologia e fragilità in età avanzata.

Ne consegue che l’infermiere dovrà essere, necessariamente, specialista con laurea magistrale a indirizzo clinico in area medica. Dunque stiamo parlando di un infermiere esperto clinico, con una formazione mirata e formalmente riconosciuto, capace di orientare e gestire il percorso assistenziale dei pazienti e soprattutto in grado di prendere in cura la persona con complessità assistenziale, garantendone un monitoraggio e un controllo competente e specifico.

Proprio per realizzare tale cambiamento, il position sottoscritto da Fnopi e Animo prevede quattro obiettivi:

  • Superare il modello prestazionale-tecnologico che sta contraddistinguendo l’infermieristica negli ospedali
  • Promuovere lo sviluppo di modelli organizzativi innovativi e approcci assistenziali avanzati fondati sulla logica di processi e di continuità assistenziale (ad esempio il Primary Nursing, un approccio relazionale focalizzato sul paziente, e il Case Management, la presa a carico del paziente e la sua supervisione dal momento del ricovero alla dimissione)
  • Assicurare l’adeguamento quali/quantitativo dello staffing dei reparti dell’area medica alle «raccomandazioni per la determinazione dello “staff” per l’assistenza infermieristica» secondo le indicazioni della Sidmi, la Società italiana per la direzione e il management delle professioni infermieristiche, ovvero un rapporto infermiere/paziente pari almeno a 1:6 (suggerito dalla letteratura e dagli studi che sottolineano come, allontanandosi da tale rapporto anche di una sola unità. la probabilità di decesso del paziente entro i 30 giorni dalla dimissione aumenta del 7%)
  • Prevedere all’interno di ogni setting di area medica diversi livelli di competenza dei professionisti con adeguate proporzioni all’interno del team, secondo criteri che consentano un adeguato skill-mix e la necessaria diversificazione della risposta assistenziale

Spiegano Barbara Mangiacavalli e Gabriella Bordin, rispettivamente presidente di Fnopi e di Animo: Per garantire qualità e sicurezza nell’assistenza alle persone ricoverate in area medica sono fondamentali tali condizioni, tra cui l’adeguamento quali/quantitativo dello staffing su tutto il territorio nazionale, senza differenze regionali; il riconoscimento sostanziale della complessità dei casi trattati in area medica; la cancellazione formale del termine “base” dal linguaggio usato nel management e nella formazione in riferimento all’area medica; il superamento del modello prestazionale-tecnologico che sta caratterizzando l’infermieristica negli ospedali; la promozione di modelli organizzativi innovativi e approcci assistenziali avanzati orientati alla personalizzazione e alla continuità assistenziale; la formazione a livello accademico in percorsi post base dell’infermiere specialista in area medica.

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