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Parkinson, la nudità di Francesca nelle foto di Bergman

di Mimma Sternativo

In un ospedale del milanese va in scena la vita. Un corpo che si ribella e si beffa della sua malattia. Un corpo che si mette a nudo… nudo nella sua forza e nudo nella sua fragilità.

Le foto di Swang Bergman in mostra al Galeazzi di Milano

"Tu non mi lascerai mai sola. Informare, il bisogno … Parlare, la missione … capire l’obiettivo. Parkinson e Dbs”. Così si titola la mostra fotografica di Swang Bergman esposta fino al 31 marzo all’Istituto ortopedico Galeazzi di Milano.

Questa è la facciata, ma dietro c’è un mondo. Un mondo fatto di dolore, di sofferenza, d’incertezza e di difficoltà. Un mondo fatto di solitudine di emarginazione e di paura. Paura del futuro di ciò che mi aspetta, paura di vivere … paura di morire. Un mondo dal quale non posso fuggire, che non ho voluto e che non ho scelto. Il mondo di un malato di Parkinson. È così che Francesca sceglie di raccontarsi e lo fa da donna. Una di quelle donne con la lettera maiuscola, che fa del proprio dolore la sua forza e per raccontarsi, per combattere non sceglie di mostrare le lacrime, ma la sua parte più bella, affidandola alla fotografia.

La nudità mi rinfresca l’anima (Alda Merini)

Forse era questo l’obiettivo di Francesca, fiera nel suo sguardo, fiera nel suo corpo, nuda dinanzi ad occhi estranei, elegante e raffinata. In queste fotografie c’è tutto di Francesca: ci sono il corpo, l’anima, le parole. E basta imbattersi nei suoi occhi per essere trascinati nel suo mondo. E ci si sente spiazzati e increduli dinanzi a tanto.

Questo però è ciò che mostro alla gente, il mio involucro, non perché mi vergogno di essere malata, anzi, lo voglio mostrare per far capire alla gente che il Parkinson può non essere visibile, ma c’è, noi lo viviamo, lo sopportiamo, lo sentiamo, lo subiamo. Voglio che la gente la smetta di incontrarmi e di dirmi “come stai bene”, perché io non sto bene. Mostro questo involucro perché mi piace, qualcosa di bello rimasto nella mia vita. L’ho fatto perché quando mi opererò il mio corpo non sarà più lo stesso, porterà i segni dell’intervento e così potrò raccontarmi di com’ero, fotografata in una caldissima giornata di fine agosto da un fantastico fotografo. Ma questa è solo la facciata.

Florence Nightingale

Ho fotografato questa donna per puro egoismo, perché è affetta dalla malattia di Parkinson e mi ha annunciato che a breve si sarebbe fatta aprire la testa per farsi impiantare alcuni elettrodi nel cervello. Amo il bello e ho odiato la prospettiva di non poterla magari più vedere - spiega l’artista Swang Bergman.-. Se le immagini di questo progetto concettuale vi hanno colpito e vi toccano l’anima, allora sapete nel vostro intimo che dovete fare qualcosa… qualsiasi cosa… Anche solo ricordare che il Parkinson esiste, può colpire persone molto giovani e per ora non esiste nessuna cura. Io ho fotografato solo una bella donna.

Il Parkinson è una malattia neurodegenerativa, ad evoluzione lenta, ma progressiva. Colpisce principalmente tra i 58-60 anni, ma circa il 5% dei pazienti può presentare un esordio giovanile dai 20 ai 40 anni. Non lasciamoli soli.

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