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Arte e cultura

L'arte che cura, un pianoforte in ospedale a Torino

di Daniela Berardinelli

È successo qualcosa di speciale all’Ospedale Mauriziano di Torino. L’arte ha incontrato la malattia ed è nata di nuovo la cura. Cura della salute, cura del bello. L’augurio è che queste iniziative possano continuare a proliferare, perché, fondamentalmente, ne abbiamo tutti un po' bisogno: sanitari e pazienti.

Quando l'arte si fa cura: la magia di un pianoforte al Mauriziano di Torino

Un pianoforte è stato donato all’Ordine Mauriziano e posizionato all’interno del corridoio Turati. Al termine della sua inaugurazione - con la partecipazione straordinaria di Matteo Buonanoce, giovane talento del conservatorio di Torino che ha incantato tutti - è apparso un uomo: cappello, giacca e camicia bianca, in mano una piccola valigetta. Con un gesto timido, semplice, naturale, chiede cortesemente: Posso suonare?

La risposta è certamente. È un saxofonista, un visitatore che passava di là. Inizia a suonare e dopo pochi minuti arriva su questo nuovo palcoscenico della cura un paziente dell’ospedale che, con indosso il pigiama e con in mano un drenaggio ematico, chiede a sua volta: Posso suonare? e con la mano indica il pianoforte. Ed è proprio qui che l’arte e la cura si incontrano: un rapido sguardo ed iniziano a danzare insieme sulle note di "Imagine".

L’arte cura? Sì, e lo fa anche attraverso la celebrazione della bellezza, dell’emozione, grande come quella di questo momento. Tutto questo è stato possibile grazie al gruppo salutearte, che da anni si occupa dell’umanizzazione dei luoghi di cura e la cui mission è quella di portare l’arte e la bellezza negli spazi di cura.

Ricordiamo il pregresso progetto di teatro sociale e di comunità, che ha portato all’intero restauro del corridoio di accesso alle sale operatorie, tramite l’utilizzo di riquadri fotografici rappresentanti i sanitari e i loro gesti di cura e assistenza, il tutto accompagnato da giochi di cromoterapia.

L’augurio è che queste iniziative possano continuare a proliferare, perché, fondamentalmente, ne abbiamo tutti un po' bisogno: sanitari e pazienti

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