Gentile Direttore, leggo con stupore su quotidiana sanità la lettera del Segretario Bottega intitolata “ecco perché tentano di screditarci”.
E allora mi chiedo: screditare una persona, un ente o un’istituzione corrisponde a far emergere dati pubblici?
Andrea Bottega parla poi di lettere del fango, se non ricordo male di “macchina del fango”, ne parlava recentemente Roberto Saviano riferendosi ad atteggiamenti di stampo camorristico, mi sembra un po’ esagerato il riferimento lessicale.
Il segretario parla di fatti concreti e in particolare definisce il sindacato Nursind come punto di riferimento dell’infermieristica italiana, a me risulta essere rappresentativo circa del 5% degli infermieri italiani.
Un punto di riferimento? O un punto nell’universo?
Vede direttore, personalmente sono contraria allo sciopero per la categoria infermieristica perché ritengo esistano modalità diverse, eticamente più eleganti, capaci di far concentrare l’attenzione sulle nostre problematiche.
Di recente si sente parlare solo di scioperi, che siano Cgil Cisl Uil o Nursind poco importa.
Che la Federazione Ipasvi sia criticabile anche questo è ovvio, perché il doppio incarico della Presidente-Senatrice Silvestro lascia un senso di amaro in bocca, c’è chi la definisce fuori luogo (la doppia carica), c’è chi ritiene sia in realtà una “doppia forza” per la professione.
Personalmente sono delusa, il lavoro sindacale è duro e complicato, i sindacati dovrebbero tutelare i lavoratori e invece spesso pur di mantenere il numero d’iscritti si trovano a difendere i diritti dei lavoratori “fannulloni”.
Se i due binari, sindacati e collegio, viaggiassero in parallelo nella stessa direzione, unendosi in lotte ardue, il risultato sarebbe sicuramente diverso per la professione e per i cittadini.
Se il collegio si occupa di competenze avanzate ad esempio perché i sindacati non si occupano di farle riconoscere dal punto di vista contrattuale?
È solo un esempio, ma forse è il succo di ciò che dovrebbe essere a mio modo di vedere la convivenza collegio-sindacato, due realtà distinte nella forma e nel contenuto, spinte da gruppi diversi
Altresì vedo ai miei occhi il degrado del fango, di chi non dichiara i propri obiettivi, ma è determinato a portarli a termine.
Un caro collega del sud mi diceva sempre “fai il tuo, che se lo fai hai già fatto abbastanza”, mai parole più attuali.
Cordialmente
Noemi C.
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