Si trovavano sempre più spesso ad assistere pazienti soli e abbandonati, senza neppure un cambio di biancheria intima. E così al reparto di Malattie infettive e tropicali del Policlinico San Matteo di Pavia gli infermieri di Ains (Associazione italiana nursing sociale) hanno deciso di tendere per primi la mano a questi degenti “dimenticati”. Come? Con un armadio dei pigiami.
L’armadio dei pigiami, un progetto degli infermieri di Pavia
Gli infermieri hanno pensato di collocare in corsia un vero e proprio armadio dei pigiami, che contenesse dei kit di prima assistenza completi di intimo, saponette, spazzolini e dentifrici. Tutto quanto insomma potesse consentire una prima accoglienza dignitosa a queste persone, spesso affette da patologie gravi e provenienti da aree di disagio sociale.
Abbiamo mutuato un’esperienza simile già in corso a Mondovì grazie all’associazione volontari ospedalieri –spiega il presidente di Ains Ruggero Rizzini, infermiere proprio nel reparto diretto da Gaetano Filice - in poco tempo abbiamo esaurito tutti i kit preparati, perché i ricoverati che ne avevano bisogno erano tanti. Così abbiamo esteso la sperimentazione e fortunatamente in tanti hanno creduto a questa iniziativa e ci hanno dato fiducia
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Ora il numero dei kit pronti è aumentato, grazie al contributo degli utenti delle associazioni di promozione sociale Borgo Ticino e Brusaioli, che hanno raccolto materiale utile all’iniziativa. E c’è di più. L’armadio dei pigiami è andato oltre all’assistenzialismo in corsia ed è diventato un progetto più ampio che, partendo da spazzolini e canottiere, si è completato in un lavoro di formazione sia degli infermieri che dei cittadini. L’assessorato alle Politiche sociali del Comune di Pavia ha infatti finanziato un’opera di mappatura dei bisogni degli anziani nel quartiere del Borgo, che è stata realizzata grazie alla distribuzione di questionari agli anziani insieme all’Aps locale presieduta da Gianni Fioretto, alla parrocchia e ai commercianti della zona.
I dati raccolti sono confluiti nella tesi di una infermiera autrice di un master di specializzazione sul territorio. Il progetto comprende anche una serie di incontri con professionisti del settore socio-sanitario, organizzato sempre da Ains e dall’Aps Borgo Ticino, ma anche patrocinato dal Comune, dall’ordine dei medici, dal collegio degli infermieri di Pavia e dal centro servizi volontariato: dietisti, geriatri, psicologi e infermieri incontrano la gente per rispondere alle domande sui problemi specifici legati alla terza età. Prevista anche una formazione più mirata rivolta esplicitamente agli infermieri, sempre di più a contatto con degenti avanti negli anni e quindi in situazioni di fragilità spesso esasperate da multipatologie e da situazioni di abbandono familiare e di carenze nutrizionali. Si parla però anche di assistenza ai migranti, ai carcerati e alle donne vittima di violenza fisica e psicologica. Quattro nello specifico le aree tematiche dei momenti formativi promossi dal collegio Ipasvi pavese e accreditati Ecm: il fenomeno della multiculturalità in sanità, le fragilità nella privazione della libertà, gli abusi, maltrattamenti e violenza di genere: riflessioni e orientamenti educativi, nell’operatività delle figure sanitarie e il disagio psichico.
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