Solo uno su cinque tra infermieri e operatori sanitari si vaccina contro l’influenza. A lanciare l’allarme è l’Ausl di Bologna, che striglia i propri dipendenti.
Infermieri e operatori non si vaccinano
Da un lato c’è una corsa superflua ai vaccini contro la meningite, dall'altro scarso ricorso ai vaccini più comuni, come quelli contro influenza o varicella. E proprio tra chi invece dovrebbe essere più sensibile all’argomento, come infermieri e operatori sanitari. A strigliare i propri dipendenti è Fausto Francia, direttore del dipartimento di sanità pubblica dell'Ausl di Bologna, che all’agenzia Dire dichiara: Non esistono evidenze scientifiche che dimostrino che gli operatori sanitari sono più a rischio di altre persone per quanto riguarda il meningococco B
. Infatti, le linee guida regionali che stanno per uscire sull’applicazione dei nuovi Lea non prevederanno questo aspetto. Insomma, molti colleghi non si sono autovalutati
, dice Francia.
Ma il punto è che gli operatori sanitari evadono costantemente tutta una serie di vaccinazioni che invece vengono loro raccomandate - afferma Francia -. Tanto che abbiamo gli operatori con il più basso tasso in Europa per la vaccinazione contro l'influenza
, cioè uno su cinque. E allora gli operatori che lavorano nei reparti di neonatologia e ostetricia dovrebbero vaccinarsi contro la pertosse
, raccomanda Francia: se qualcuno trasmettesse la malattia alla mamma che poi la passa al figlio, prima dell'età in cui scatta il vaccino, potrebbero esserci rischi notevoli
. E ancora: molti operatori non si vaccinano contro varicella e morbillo
, bacchetta il dirigente dell'Ausl. Eppure dovrebbero. Il personale sanitario, dunque, va educato
conclude Francia.
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