L’Asl dovrà risarcire l’infermiere per averlo sottoposto a demansionamento. Lo stabilisce una sentenza del giudice del lavoro di Brindisi.
Demansionamento, Asl condannata a risarcire l’infermiere
L'infermiere demansionato dovrà essere risarcito dall'Asl
Si tratta di una sentenza esemplare che stabilisce a chiare lettere il ruolo dell’infermiere all’interno dell’ospedale.
Il giudice del lavoro ha infatti stabilito che l’Asl dovrà risarcire l’infermiere del 6% della retribuzione percepita in tutti gli anni in cui è stato costretto a lavorare come oss invece che come infermiere.
Il professionista lavora nell’unità di chirurgia vascolare, dove sono assolutamente carenti gli operatori socio sanitari e il personale ota, esclusi peraltro dai turni serali e notturni. Una situazione imbarazzante, che ha costretto per anni gli infermieri a ricoprire ruoli non a loro spettanti. Dal riordino dei letti al trasporto dei pazienti, passando per le incombenze igieniche dei pazienti e addirittura lo smaltimento dei rifiuti. Tutti gli infermieri erano costretti a soccombere a queste mansioni e di fatto restava ben poco tempo per fare gli infermieri veri e propri.
A confermare la situazione sono intervenuti numerosi colleghi. Siamo costretti a svolgere residuamente e nei ritagli di tempo le nostre mansioni effettive
ha detto una testimone in aula. E un’altra le ha fatto eco
Confermo che il personale infermieristico del reparto è costretto a occuparsi delle incombenze igieniche del paziente, riordino letti, trasporto pazienti. Questo costringe noi infermieri a comprimere i tempi di svolgimento delle nostre mansioni tipiche
Il giudice del lavoro ha accolto il ricorso dell’infermiere e ha dichiarato il suo diritto al risarcimento del danno da demansionamento, stabilendo la somma dovuta nel 6% della retribuzione percepita dal 2006 alla data di presentazione del ricorso. Per l’infermiere vale a dire circa 14mila euro, a cui vanno aggiunti interessi e rivalutazione. Non solo: la Asl dovrà pagare anche le spese legali.
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