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L'IPASVI che desidero nella mia Barletta

di Giuseppe Cannito

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BARLETTA. Sono giorni di fermento nella maggior parte dei collegi professionali IPASVI, per le elezioni che decreteranno i nuovi consigli direttivi. A mio parere molto si è fatto e tanto altro ancora si dovrà fare per restituire credibilità alla nostra professione, molto spesso sottovalutata dalla maggior parte del personale medico e tutto questo perché sono gli stessi infermieri  a sottostare a logiche di potere e sottomissione professionale.

A due anni dalla mia iscrizione all’Ipasvi ho raccolto molto spesso malumori provenienti dai miei colleghi che in giro per l’Italia si lamentano per molti aspetti; primo fra tutti il lavoro che sta diventando una piaga sociale che abbraccia tutte le categorie lavorative, ma che dal punto di vista infermieristico non è sostenuto a gran voce del nostro collegio professionale e che nella maggior parte dei casi non favorisce un corretto dialogo tra formazione universitaria e inserimento lavorativo e mi chiedo ancora il perché non si intervenga per limitare gli accessi al corso di laurea in infermieristica, visto che il mondo lavorativo è ormai saturo e non si è garantito il turnover che sarebbe normale per qualsiasi altro paese europeo, e il risultato di questo è la disoccupazione che costringe gli infermieri a emigrare all’estero verso nazioni dove la professione infermieristica è valorizzata.

 

A sottolineare ciò, molto spesso ci si trova in realtà lavorative dove infermieri già esperti o prossimi alla pensione non garantiscono nemmeno un livello di assistenza sufficiente e tutto questo a discapito del paziente che dopo ripetute esperienze negative non avrà più fiducia nel nostro operato.

 

Altro aspetto molto discusso, ma per il quale non sembra esserci una chiara azione di contrasto è quello che riguarda l’abusivismo professionale e  la frequentazione dei corsi ECM (dove per altro sembra non esserci stata alcuna sanzione seria per i professionisti che non raggiungono i 150 crediti in  anni) per non parlare della formazione professionale, dove la scarsa presenza da parte dei collegi professionali non incentiva nemmeno le iscrizioni a master o alla laurea specialistica.

 

Secondo me un IPASVI che funzioni in modo ottimale dovrebbe mettere al centro i propri iscritti facendoli sentire parte integrante anche delle decisioni istituzionali  e dovrebbe favorire il relativo dialogo

 

Di frequente la maggior parte degli infermieri, per varie problematiche o tematiche varie, cerca sostegno presso i social network per risolvere i propri dubbi e tutto questo non dovrebbe accadere perché l’IPASVI dovrebbe garantire sostegno durante tutta la carriera dell’infermiere.

 

Mi auguro e vi auguro che la mia preghiera venga accolta.

 

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