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Infermieri Campani: "quel peccato originale!"

di Redazione

infermieri-stress

False e tendenziose le notizie riguardo all'urgenza di assumere personale infermieristico, si fa disinformazione dicendo che l'Italia ne ha bisogno e vedendo i nostri laureati partire per l'Estero.

di Maurizio Lombardi (*)

 

NAPOLI. Negli ultimi mesi sembra si sia sbloccato qualcosa per quanto concerne concorsi per assunzioni di infermieri nel pubblico impiego in CAMPANIA. "Campania"; sembra essere un "peccato originale" essere nato in questa regione per molti infermieri, e giovani in generale. Ci laureiamo sapendo già di non poter lavorare nella nostra Terra e già dal primo anno di università si inizia a pensare dove fare o non fare concorsi al centro-nord oppure  negli ultimissimi tempi addirittura andare proprio all'estero.

Nonostante ciò la carenza di personale infermieristico è sempre sulla bocca di tutti, sempre fra le notizie di quotidiani regionali, e saltuariamente ricordato anche dall'informazione nazionale, che si tratti di Piemonte o della Calabria gli infermieri pare manchino sempre un po' ovunque. Sempre durante quest'anno mi è capitato di segnalare nei mesi di gennaio e febbraio l'assurda decisione della regione Lombardia di riportare a tre anni di validità le graduatorie pubbliche nella sanità, nonostante ci fossero ancora tanti colleghi in graduatoria in attesa di essere stabilizzati, dopo le direttive che "parevano" nazionali , di prorogare le graduatorie fino a dicembre 2016.

LavoroInfermieri

I neo-laureati in Infermieristica devono attendere ormai più di un anno per trovare il primo lavoro spesso precario.

Questa decisione nello specifico non ha gravato solo sui colleghi che si sono visti cambiare le regole a "giochi in corso" ma ha gravato anche sulle aziende , soprattutto quelle più bisognose di personale, che si sono viste annullare una graduatoria da cui non avevano assunto nemmeno la metà dei vincitori nel corso dei tre anni ( il caso eclatante è stato quello dell'azienda Bolognini di Seriate (Bg) che ho potuto personalmente documentare, ma ce ne saranno state tante altre). E' fuori discussione che il tutto non ha avuto alcun senso, all'epoca dei fatti solo il Movimento 5 stelle della Lombardia prese per un po' in mano la situazione interrogando l'assessore alla sanità lombarda, la risposta furono una serie ben elencata di decreti,numeri ,deroghe ecc.. che avrebbero permesso tale manovra.

Dopo questo fuoco di paglia il nulla e graduatorie appunto riportate a tre anni di validità, rendiamoci conto che qualche azienda come la suddetta stava già assumendo da queste graduatorie nonostante il superamento dei tre anni , quindi in questi casi la direttiva è stata retroattiva. Continua quindi la carenza di personale (soprattutto infermieristico) si continuano a creare precari con contratti rinnovati di gran lunga oltre i tre anni , gente quindi che prima o poi andrà giustamente in contenzioso con l'azienda reclamando la stabilizzazione, appoggiati anche dalle direttive U.E. Si bandiscono nuovi concorsi dopo aver buttato nel gabinetto valide graduatorie ancora da smaltire, come se si buttasse il petto del pollo dopo averne mangiato solo le cosce, e intanto se ne ordinasse un altro. Tutto questo in un periodo di spending review.

Arrivando ad oggi e rimanendo sempre sul tema dell'incredulità , volevo segnalare come dicevo all'inizio di ciò che sta avvenendo in regione Campania. Dopo le convulse vicende che hanno portato all'elezione di De Luca a presidente della regione pare che il tema sanità sia uno dei primissimi punti su cui ci si vuole impegnare, stabilizzando i precari, avviando poi le procedure a concorsi di mobilità e infine concorsi . Nulla da contestare al riguardo, purché si tratti di precari che sono entrati in sanità con avvisi pubblici o comunque presi da graduatorie pubbliche dove risultavano vincitori (saranno più o meno 15 anni e forse più che non si fa un concorso pubblico per infermieri in Campania) e che adesso si trovino nell'assurda situazione di rinnovamenti oltre i 36 mesi.

Gira voce, e adesso anche carta (https://attachment.fbsbx.com/file_download.php?id=416494531885235&eid=ASvINsCgtvDxbqP9p0i88U9Ir7RlV3eE8PhP9-ziPlCiLB_s0Aw5waerkaZQjruHZ18&inline=1&ext=1441891171&hash=AStNxz57LXGze1Kb) che si intenda stabilizzare anche il personale con contratti atipici, ossia il personale infermieristico che si trova a lavorare in ospedale tramite le tanto chiacchierate cooperative, con contratti atipici. Addirittura sono pervenute e girano oramai anche sul web richieste di alcuni sindacati di stabilizzare queste figure assunte con tale metodo. Allora io ci metto la faccia e vi dico che senza voler generalizzare, la maggior parte di questi colleghi sono entrati in ospedale con queste cooperative grazie all'aiuto di qualche professore o politico locale, contratti di lavoro quali co.co.co e co.co.pro. ricercati come l'oro ,come se si trattasse di posti indeterminati, per poi essere comunque trattati come tappabuchi e il tutto in un'evidentissima aria di ricattabilità.  Ho conseguito la laurea in Campania, e sono fierissimo di essere campano "alla doppia" (Padre sannita e Madre partenopea), conosco la realtà odierna e ho lavorato anche io per circa un'anno e mezzo con cooperative e con questi tipi di contratto senza mai finire però in ospedali pubblici , ma nei posti ahimè più disagiati come Lotto 0 di Ponticelli o Parco Verde di Caivano. Nulla contro questi posti che mi hanno invece dato tanto, per quanto concerne la mia crescita professionale, anzi, ho potuto confermare ciò che già sapevo , ossia la presenza di tantissima brava gente che vive in una situazione di degrado non sempre dipesa da loro e quasi sempre dovuta a stati di completo abbandono da parte della politica e più in generale della stessa società, dove a fare da padrone sono una "manica di fetenti". Su per giù quello che poi succede nelle stanze della politica nazionale e locale, d'altronde la politica non è altro che un riflesso della società che rappresenta.

Vi parlo del 2010 anno ,in cui ho conseguito la mia laurea in Infermieristica , per queste realtà non c'era alcuna calca alcuna fila di colleghi che fremevano per questi "posti", se così vogliamo chiamarli (50-70 euro per 12 ore di 118 con alcun tipo di contratto; bensì regime di volontariato e rimborso spese, senza essere assicurati). Si sapeva invece che veniva data la possibilità a "qualcuno" che si era laureato presso altre sedi soprattutto quelle ubicate nel comune del Capoluogo campano, e in generale negli altri capoluoghi di provincia di ricevere questi contratti atipici tramite cooperative e ritrovarsi a lavorare dopo alcuni giorni dalla laurea e dall'iscrizione all'ipasvi, magari all'interno del Policlinico. Queste non sono frottole anzi è verità confermata dal fatto che questi colleghi sono talmente tanti o sono talmente "ammanigliati" da poter chiedere ad un sindacato di rappresentarli e di fare richieste a mio avviso assurde. Qui si parla di educazione civica , di legalità. Qui parliamo di tanti ragazzi che come me sono dovuti emigrare per cercare questo ricercatissimo posto indeterminato nel pubblico , dopo il superamento di concorsi pubblici suddivisi in 3-4 fasi (significa spesso 3-4- viaggi al nord senza alcuna certezza) . Concorsi pubblici tenutisi tutti e dico tutti al centro-NORD, non siamo emigrati per il gusto di farlo e non avevamo soldi in più da spendere fra viaggi e affitti, ma sapevamo solo che la legge e la situazione attuale della nostra regione, la Campania, non ci permetteva di poter nemmeno tentare di occupare posti pubblici , dato il piano di rientro che non permetteva l'espletamento di alcun concorso pubblico e alcun avviso pubblico. Così la soluzione legale, senza alcuna certezza di riuscire nell'intento era, ed è tutt'oggi , quella di vincere un concorso fuori regione per poi farvi ritorno una volta che questa abbia sanato i suoi dissesti e inizi a bandire mobilità, avvisi e concorsi. Questa , documentabile con i dati e con la provenienza anagrafica della stragrande maggioranza di tutti gli infermieri del centro-nord, è stata la decisione presa dalla maggior parte dei miei colleghi laureatasi in Campania e nel resto del meridione in generale nel corso dell'ultimo decennio. Un'altra piccola parte invece è riuscita a trovare ,sudando in egual modo,  un degno posto di lavoro anche in qualche struttura privata o convenzionata, laboratori, centri di dialisi ecc..

sindacato

Una missiva dei sindacati campani per dire no al precariato e alla disoccupazione in sanità.

Cioè insomma , ancora una volta mentre si parla di voler cambiare , di voler scegliere la strada giusta, di volersi scrollare di dosso tutte le infelici etichettature e un buon numero di luoghi comuni; stiamo invece dando ragione a chi ha deciso di rimanere ascoltando i consigli del "raccomandatore" di turno, professore,politico,direttore chicchessia. Fuori dalla Campania c'è la stragrande maggioranza della qualità di questa regione , ed è così anche per il personale infermieristico. Le università Campane hanno formato questi infermieri che spesso sono emigrati per vincere un posto pubblico in città lontane , soffrendo la lontananza da tutto ciò che è la terra natia, hanno lottato più di altri per farsi apprezzare per ricevere elogi e complimenti , si sono continuati a formare e a perfezionare con master, lauree di II° livello e dottorati. Senza parlare ma solo accennare poi al lato economico , dei soldi sborsati fra affitti e tasse, percepite dalle regioni che ci ospitano. Tutto questo , e alla fine ci vediamo superati e preceduti da chi invece ha deciso di optare per la soluzione "atipica" di rimanere nella totale incertezza dei contratti di questo genere, magari confortati sempre dall'amico "raccomandatore" che prima o poi lo "sistemeranno". Bhè se questa cosa passa davvero avremo un'altro esempio da mostrare a tutto il resto della nazione e dell'europa in senso più grande, che le cose qui, qualcuno non vuole proprio cambiarle ma fare solo finta e che c'è sempre qualcuno , quasi sempre in minoranza, che pare però , avere dei poteri sovrannaturali da poter by-passare le leggi e mettersene al di sopra con aria di "Guapparia" seguito da un discreto numero di persone che poi la fanno da padrone e che istruiscono la società inculcando questi modi di pensare e di fare e di vivere che storicamente non sono mai stati nostri e abbiamo sempre combattuto. Il dramma è che avvolte in effetti queste persone diventano convincenti senza nemmeno fare troppo sforzo , basta constatare l'evidenza dei fatti, si insomma basta vedere chi la spunta, ed è questa un'ottima pubblicità.

Noi DOBBIAMO tornare e lo faremo con tutti i mezzi "legali" a nostra disposizione. Noi infermieri Campani emigrati, vogliamo ricevere elogi e complimenti anche e soprattutto a casa nostra  , vogliamo ringiovanire la sanità campana e vogliamo renderla un eccellenza , ne abbiamo tutte le capacità nonostante pare che di fronte a noi a rappresentare il nemico ci siano una serie di nostri corregionali , ancora prima di leggi assurde come quella sul nulla osta da richiedere all'azienda di appartenenza prima di poter partecipare a una mobilità.

Abbiamo il diritto e poi il dovere di riportare la sanità campana a livelli assistenziali di qualità così come facciamo anche fuori regione insieme a tutti i nostri colleghi meridionali.

Spero tanto che questo messaggio d'allarme riesca ad essere percepito anche da tutti i cittadini  campani , che sappiano che ancora una volta si sta facendo solo finta di voler migliorare la  nostra sanità regionale, che sappiano che migliaia di giovani infermieri, di giovani menti fremono per poter tornare a casa ma ciò gli viene impedito dalla burocrazia e dalle decisioni nazionali e  regionali, e che gli infermieri sono la figura più rappresentativa di qualsiasi asl, ospedale, a.o. ecc..  sono quindi l'ingranaggio principale per il rinnovamento. Quasi sempre è gente che non è abituata a stare con le mani in mano perché è il nostro lavoro che ce lo impone avendo a che fare con la vita umana , ed in molti casi dobbiamo prendere decisioni corrette e veloci senza poter oziare. Per antonomasia l'infermiere è una persona concreta ed è quello che servirebbe alla sanità campana, gente giovane ,istruita, competente e concreta che lavora per il bene comune.

Ed è concretamente che vi dico che la Campania è casa nostra , non "cosa vostra".

Torneremo per pagare le tasse in Campania, Torneremo per fare la spesa in Campania, torneremo perché  i nostri figli nascano e crescano in Campania e parlino si l'italiano, ma senza mai disconoscere o dimenticare il proprio dialetto frutto della Storia tramandato da generazioni, Torneremo per poter valorizzare questa regione con il nostro contributo, Torneremo per  poterci dedicare ai nostri hobby nella nostra terra, Torneremo per concederci un ottimo caffè o un'ottima mozzarella o un ottimo bicchiere di vino o un'ottima sfogliatella nel dopolavoro, Torneremo per poter stare vicino alle nostre famiglie senza doverle disgregare, Torneremo per fare la nostra parte nella storia, TORNEREMO.

Invito i miei colleghi a scrivere , scrivere e scrivere le vostre esperienze del genere, perché non si può sempre stare zitti e osservare ,perché non posso credere che in Campania e in Italia in generale si possa agire in questo modo senza che nessun organo di vigilanza, senza che nessun politico si schieri dalla parte del giusto, facendo si invece che venga sempre alimentata e fatta vincere la corruzione , il malaffare e l'ignoranza.    Spero vivamente  che le cose non vadano ,ancora una volta, a finire così perché per molti significherebbe un'ennesima sconfitta dello Stato , un'ennesima sconfitta della giustizia , un'ennesima latitanza di regole e leggi.

 

(*) Infermiere

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