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lettere al direttore

“Non vi dimenticheremo mai!”

di Sara La Manna

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La lettera di una famiglia del Levante Genovese per il personale del Gaslini.

GENOVA. Entrando nel corridoio del reparto di Ostetricia e Ginecologia dell'Ospedale pediatrico “Giannina Gaslini” di Genova, ci si imbatte quasi per caso in un insieme di quadri colorati, costellato di lettere e foto di dolci neonati, ognuno dei quali, a modo proprio, è incredibilmente speciale.

Si tratta di racconti e ringraziamenti di mamme, papà e figli, assistiti dal personale ospedaliero, persone umili, competenti e umane, in alcuni dei momenti più emozionanti della loro vita.

Ho deciso di riportare, con il consenso del papà e della mamma, la storia di una bimba nata lì qualche mese fa. Una storia fatta di sacrifici, desideri, lacrime e tanta, tantissima speranza.

“Ciao a tutti, mi chiamo M. e voglio raccontarvi la mia storia, una storia d’amore e speranza.
Sono stata una bimba molto desiderata e la mia mamma e il mio papà hanno impiegato tanti anni per avermi. In questo viaggio hanno affrontato molti brutti momenti e diversi aborti, alcuni traumatici, perdendo la possibilità di concepirmi naturalmente! Così soltanto dopo anni e numerose fecondazioni assistite sono rimasti incinta di me, un piccolo embrioncino congelato, nell’ottobre 2014.
Superata la dodicesima settimana hanno iniziato cautamente a crederci ma, durante l’ecografia morfologica qui al Gaslini, trovano il collo dell'utero totalmente aperto e ci danno scarsissime possibilità di portare a termine la gravidanza.
Unica speranza: stare ricoverata e allettata ad oltranza. Così inizia l'ennesimo calvario e sento mamma e papà piangere ma anche pregarmi di rimanermene buona buona lì.
Le settimane miracolosamente passano e arrivano a 23 quando non si parla più di aborto ma di nascita prematura ma sempre con poche speranze in termini di sopravvivenza e diverse possibili complicanze.
Ma intanto il tempo scorre, la mamma ne vede passare tante di pazienti, che arrivano ed escono con le loro storie straordinarie ed uniche che non scorderemo mai, mentre lei rimane lì a contare i giorni, le settimane... poi i mesi e io nel contempo mantengo fede alla mia promessa: ferma ferma zitta zitta cresco e vado avanti.
Bisogna arrivare a 28 per sperare, ti senti ripetere, ma meglio 30... 32 una manna... 34 è fatta... 37 è considerata termine gravidanza... ma difficile con un collo dell'utero così...
Mamma viene dimessa alla 33esima settimana e io, come se tutto fosse normale, a 40+0 rompo le acque e a 40+1 nasco il 26 luglio (Sant’Anna protettrice delle partorienti) alle 19.14, peso 3.190 kg e sono lunga 49 cm.
Mi è stato detto dai dottori che è difficile e raro portare a termine una gravidanza nelle condizioni della mamma... ma allora cos'è stato? Un miracolo? Fortuna? Non lo so! Sicuramente parte del merito va a me e alla tenacia dei miei genitori, di tutta la famiglia e amici che ci hanno accompagnato in questo viaggio; ma un ringraziamento speciale voglio farlo al reparto di ostetricia e ginecologia del Gaslini.
Grazie a tutti! Dall'equipe medica , alle ostetriche, le o.s.s., le ragazze delle pulizie. Grazie non solo per la competenza in campo e serietà, ma per averci creduto, aver sperato e lottato con me, per aver fatto sentire la mia mamma a suo agio in quei mesi tanto difficili, per il conforto e la sensibilità!
Se sono nata bella come il sole, sana e felice è anche merito vostro!
Non vi scorderemo mai!
So di non poter esprimere a parole tutti i sentimenti travolgenti che accompagnano una esperienza del genere, ma ho scritto tutto questo con il cuore in mano e spero che queste poche righe possano essere di conforto a tutte le donne che come la mia mamma lottano per avere un figlio e che possano essere d'aiuto e sostegno anche ai loro mariti ed alle famiglie come, a suo tempo, leggere altre esperienze di persone passate di qui lo sono state per me.
Con affetto
M., S., F."


"Voglio ringraziare il personale ospedaliero", mi dice mamma S., "e vorrei che la nostra storia fosse un messaggio di speranza per le future mamme: non dovete arrendervi, non fatelo mai!".

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