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Statine, farmaci ad azione ipocolesterolemica

di Chiara Vannini

Le statine sono farmaci ad azione ipocolesterolemica, ovvero utilizzati per contrastare o ridurre il colesterolo totale ed LDL. Mentre i prodotti da banco spesso pubblicizzati come anticolesterolemici tendono solamente a ridurre l'assorbimento del colesterolo presente nel cibo, le statine agiscono andando a ridurne la sintesi e quindi la “produzione” da parte dell'organismo.

Come agiscono le statine

Le statine vengono assunte in compresse o capsule per via orale

Le statine bloccano l'attività dell'enzima HMG – CoA reduttasi (hidrossi – metil – glutaril – coenzima A – reduttasi) necessario per la sintesi del colesterolo a livello epatico.

Le statine sono selettive, ovvero sono in grado di ridurre la sintesi del colesterolo LDL (quello “cattivo”), lasciando inalterata l'azione del colesterolo HDL (quello “buono”). Le statine sono inoltre in grado di ridurre i trigliceridi.

Dall'inizio del trattamento, si cominciano ad avere risultati apprezzabili sui valori di laboratorio a partire da 30–40 giorni dopo l'inizio dell'assunzione.

Quando e perché si prendono le statine

Le statine sono indicate per:

  • ridurre il colesterolo LDL
  • ridurre i trigliceridi
  • rallentare la formazione di placche aterosclerotiche
  • ridurre la formazione di trombi

Inoltre, secondo alcune recenti ricerche, le statine sembrano avere attività antinfiammatoria, permettendo di rinforzare le pareti dei vasi, riducendone il rischio di rottura e migliorandone la pressione interna.

L'American Heart Association (AHA) ne raccomanda l'utilizzo anche perché vi è un’associata riduzione di eventi cardiovascolari.

Le linee guida dell'AHA raccomandano le statine:

  • alle persone con valori di LDL > 190 mg/dl (se tra i 20 e 40 anni)
  • alle persone con valori compresi tra 170 e 189 mg/dl (se tra i 40 e i 75 anni)
  • ai soggetti con un evento cardiovascolare in anamnesi (ictus, TIA o angina)

Statine ed effetti collaterali

È importante innanzitutto ricordare che le statine - e le varie molecole - possono avere effetti diversi sulle varie persone.

Gli effetti collaterali delle statine sono direttamente proporzionali al dosaggio di statina che si assume (ad es. 10 mg, 20 mg, 40 mg, ecc).

Effetti collaterali minori Effetti collaterali maggiori
- Dolori muscolari
- Problemi gastrointestinali (vomito, diarrea, o stitichezza)
- Cefalea
- Danni epatici:
le statine, andando ad agire sul fegato per inibire la produzione di colesterolo, possono interferire con la sua attività.
Possono infatti causare un aumento della produzione degli enzimi epatici, che se perdura
può comportare un danno epatico permanente
- Problemi muscolari: le statine possono provocare dolore muscolare.
Maggiore è la dose, maggiore è il rischio che vi sia rabdomiolisi
(rottura delle cellule muscolari) e rilascio nel circolo ematico di
mioglobina, con conseguente danno renale

Altri farmaci ad azione ipocolesterolemica: i Fibrati

I Fibrati sono un'altra classe di farmaci ad azione ipocolesterolemica, particolarmente indicati nelle persone che hanno alti livelli di trigliceridi.

Non risultano essere particolarmente efficaci nella riduzione degli LDL, ma aumentano del 10-20% le HDL. Sono di norma utilizzati in associazione con le statine.

Le molecole sono accumunate dal suffisso “-brato” e le più diffuse sono:

  • Clofibrato (Arterial ®)
  • Ronifibrato (Ronifibrato®)
  • Bezafibrato (Cedur®)
  • Gemfibrozil (Lopid ®)
  • Fenofibrato (Lipofene ®)
  • Ciprofibrato (Giabri ®)
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