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Stop alle deroghe dei limiti sull'Orario di Lavoro

di Michele Sabatino

Mancano solo 10 giorni al 25 Novembre 2015 – Inizia dunque il Countdown

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Giuseppe Midiri

A dieci giorni dall'entrata in vigore dell'ormai famoso stop alle deroghe sull'orario di lavoro imposto dall'Europa già da un anno anche se con la possibilità di adeguarsi entro 12 mesi, la stragrande maggioranza delle Aziende ospedaliere italiane non si sono adeguate.

Hanno avuto un anno per trovare soluzioni adeguate per garantire la corretta turnazione al personale, in primis Infermieri e Operatori Socio Sanitari (sono gli operatori più spremuti del comparto) ma come il ragazzino svogliato che non ha fatto per tempo i compiti assegnati, si sono ritrovati alla fine a dover recuperare negli ultimi giorni, la situazione messa sotto al tappeto per un anno.

E proprio come i ragazzini svogliati, le aziende, attraverso le regioni, hanno richiesto ulteriori deroghe, di 3 mesi per trovare i giusti accorgimenti alle turnazioni.

È inconcepibile esordisce Giuseppe Midiri dirigente sindacale di USB Pubblico Impiego. Le aziende hanno avuto tutto il tempo per mettere in atto le misure correttive e mettersi in regola. I lavoratori del comparto sono stati massacrati per anni da carichi di lavoro massacranti che non hanno tenuto conto delle necessità di recupero psicofisico.

Abbiamo Infermieri e OSS con centinaia di ore annue di straordinario sulle spalle. Con 15gg di lavoro senza riposo vero perché la nuova moda è considerare riposo il giorno che fai il turno di notte. Peccato che quando fai la notte lavori dalle 20 o 21 fino alle 24 ovvero ti fai metà turno in quella giornata. Altre aziende considerano riposo il giorno di smonto notte ma lo capisce anche il ragazzino svogliato che se un Infermiere o un OSS sono stati svegli tutta la notte in ospedale ad assistere magari 30 o 40 pazienti, quando alle 8 di mattina, finalmente, tornano a casa, hanno solo voglia di una doccia calda e di un letto accogliente.

Per farvi capire meglio, le 11 ore di riposo ogni 24 sono si un problema drammatico ma in questo momento passano anche in secondo piano. Ci sono lavoratori che avranno anche la garanzia del riposo quotidiano ma si fanno lo stesso 300 ore al mese. A tal proposito è doveroso ricordare che i paletti che bisognerà rispettare sono articolati.

I nuovi limiti.

  • 48 ore settimanali ovvero 36 + 12 di eventuale straordinario;
  • 250 ore annue massime di lavoro straordinario;
  • 72 servizi di pronta disponibilità all'anno (circa 6 al mese);
  • 35 ore di riposo continuativo ogni 7 giorni di lavoro.


A fronte di questi limiti è facilmente comprensibile che anche laddove le aziende avessero risolto il problema delle 11 ore, non avrebbero regolarizzato che la minima parte del problema.

Personale Spremuto e pagato una miseria con il contratto fermo da 6 anni. Ed è per questo che la Unione Sindacale di Base ha proclamato lo Sciopero Generale del Pubblico Impiego.

La USB aggiunge Giuseppe Midiri, reputa un grave insulto l'offerta di 5 euro di rinnovo contrattuale e per questo ha indetto lo Sciopero Generale di tutto il Pubblico Impiego per la giornata di Venerdi 20 Novembre.

Le manifestazioni saranno a Milano, Roma e Napoli e porteranno in piazza il grido di rabbia e dolore di milioni di Lavoratrici e Lavoratori stanchi della cieca arroganza di questo governo di cialtroni.

L'invito ovviamente è quello di aderire in massa a quello che appare come l'unica occasione per dimostrare il proprio dissenso verso le politiche di Renzi e di Madia (Bugia Contratto subito o vattene via come la chiamano in USB) dato che le altre sigle hanno ormai il vizio di scampagnare allegramente il sabato tutti a spasso allegramente.

Il sindacalista Giuseppe Midiri ci saluta con un sorriso amaro appena accennato dicendoci:

Vedete Colleghi, forse non vinceremo, ma avremo venduto cara la pelle. Potremo continuare a guardare in faccia i nostri figli senza rimpianti e rimorsi qualora fossimo costretti ad accettare di lavorare in UK e farli crescere tra le nebbie inglesi. Avremo lottato per i nostri diritti, la nostra dignità e il nostro salario e avremo lottato anche per il loro futuro.

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