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Sonia, Infermiera 118: "lavorare al Sud è un sacrificio, ma ne vale la pena!"

di Angelo

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Intervista alla collega Iacuzzo, 24 anni, laureatasi nel 2014 con una tesi sulla responsabilità professionale e l’evoluzione delle competenze, relata da Carlo Celentano. Abbiamo parlato di Meridione e di esperienze universitarie. Vediamo cosa ci ha risposto.

GIFFONI SEI CASALI. Laurearsi e lavorare come Infermiere al Sud è sempre più difficile. Prova a farlo Sonia Iacuzzo, 24 anni, laureatasi in Infermieristica presso la sede distaccata di Polla dell’Università “Federico II” con una tesi molto attuale sulla responsabilità professionale e l’evoluzione delle competenze, relata da Carlo Celentano ex-presidente del Collegio Ipasvi salernitano. Lei vive a Giffoni Sei Casali a 20 Km da Salerno e lavora nel Servizio 118 con la Croce Rossa Italiana.

A lei abbiamo posto alcune domande.

1) Cosa ne pensi della responsabilità professionale dell'Infermiere: è un reale strumento di emancipazione per noi professionisti della salute?

Io credo di sì. La nuova autonomia dell infermiere lo ha caricato da un lato di soddisfazioni personali ma anche di rischi. Purtroppo libertà significa responsabilità, è diventato molto facile temerla.

2) Tu stai lavorando in Italia, sei tra i pochi fortunati ad avere un minimo di lavoroo seppur precario. Hai mai pensato di affrontare un viaggio estero magari per cercare occupazione più stabile in Inghilterra, in Francia o in Germania?

Si ci ho pensato decisamente. Ma ho pensato anche non voglio.arrendermi subito mi.sono data una specie di tempo. Nel caso non dovessi riuscire a raggiungere gli obiettivi che desidero andare all'estero sarebbe una possibilità.

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Sonia Iacuzzo durante la discussione della sua tesi di laurea in Infermieristica.

3) Hai studiato a Napoli e ora lavori in provincia di Salerno. Credi che la formazione nelle Università del Sud sia sufficiente ed adatta al bisogno di sapere degli Infermieri Italiani di oggi?

Dipende da chi sei e da quello che vuoi. Io ho lavorato tanto e ho studiato sempre con desiderio perché ero e sono molto appassionata. Si potrebbe fare molto di più, in particolare specializzare di più la figura infermieristica. Ma io nn mi sento, comunque, da meno ad uno studente del nord.

4) Cambiamo argomento. Nella tua vita da studente cosa avresti voluto di diverso in ambito didattico e formativo? Ti mancava qualcosa all'Università?

Dal punto di vista didattico mi mancava un programma ben definito e magari avere un riscontro delle cose studiate nella pratica. E sicuramente durante il tirocinio una figura che ci seguisse e che fosse più presente.

5) Qual è secondo te la concezione che la popolazione ha degli Infermieri Italiani?

Ecco questa è una domanda che mi faccio spesso. E a volte nn vorrei darmi la risposta che mi do. Purtroppo dipende dal livello medio di cultura delle persone, per le persone più "semplici" sarai sempre il secondino del medico, ma per chi sa realmente quale è il percorso di studi dell'infermiere adesso siamo.una figura importante a cui poter chiedere consiglio è che può fare educazione sanitaria.

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