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Roma, la medicina nucleare del S. Eugenio va in pausa forzata

di Redazione

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ROMA. La scelta obbligata da parte del Direttore Generale della ASL RM/C di chiudere il dipartimento di medicina nucleare ci  tiene con  il fiato sospeso, lo dichiara in una nota il Segretario regionale Paolo Dominici. Siamo assolutamente convinti che a seguito delle prescrizioni gravanti sulla struttura sia doveroso un intervento per la messa in sicurezza di utenti, malati e lavoratori ma, al contempo, non si può non essere preoccupati per i tempi che necessiteranno per tali opere.

 

Una lista di attesa  per 400 scintigrafie già prenotate a mezzo Re.cup., 1200 accessi potenziali di malati cronici, ulteriori 1300 malati in trattamento (ematologici e chemioterapici) che dal 04 aprile p.v. saranno dirottati presso l’Azienda Policlinico Sant’Andrea.

 

Il rischio è quello di arrecare un danno irreversibile alla salute di queste persone che, eventualmente, dovranno essere accuratamente seguite, garantite e curate senza creare “ingorghi” presso le altre strutture individuate.

 

Vogliamo  poi, dice Paolo Dominici, che il Direttore Generale convochi un tavolo di confronto con le parti sociali dando certezze circa la riapertura del reparto, impegnandosi ad una  costante informazione riguardo lo stato dell’arte delle opere e l’andamento delle cure a favore dei malati costretti a patire disagi ulteriori a quelli insiti con le patologie di cui sono vittime, per  discutere infine, da subito,  l’organizzazione del personale che lì opera da sempre e con professionalità.

 

La UIL FPL, conclude il Segretario, monitorizzerà comunque attraverso i propri dirigenti aziendali le operazioni per la messa in sicurezza di detta struttura affinché i tempi stabiliti vengano assolutamente rispettati senza deroga alcuna.

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