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Parma: l'Ipasvi condanna i maltrattamenti in una casa di riposo

di Redazione

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Dal Collegio: "Sconcerto e riprovazione a nome dei nostri tremila iscritti che ogni giorno, con senso di abnegazione e spirito di servizio, assistono le persone affidate alle loro mani".

PARMA. Creano sconcerto nella famiglia professionale infermieristica le notizie per gli odiosi reati ipotizzati dagli inquirenti della squadra mobile nella casa famiglia privata per anziani “Villa Alba” di Parma, a pochi giorni di quelle giunte da un centro di riabilitazione in provincia di Roma.

In relazione ai gravissimi fatti emersi a carico di una operatrice sociosanitaria, della sorella e della madre (collaboratrici nella gestione della struttura), il Collegio provinciale Ipasvi di Parma esprime sconcerto e riprovazione a nome dei suoi tremila iscritti che ogni giorno, con senso di abnegazione e spirito di servizio, assistono le persone affidate alle loro mani. E lo fa con un comunicato stampa di cui riportiamo i principali passaggi.

“Le immagini dei maltrattamenti subiti dagli anziani della struttura, diffuse in queste ore con grande clamore mediatico da tutti i mezzi d'informazione - recita la nota -, risultano abiette e ripugnanti in quanto perpetrate ai danni di persone particolarmente fragili e nel tradimento della fiducia con cui le famiglie degli ospiti li avevano affidati loro."

"Non ci risulta che in questa orribile storia risultino coinvolti degli infermieri, ma questo non rende certo meno amara la realtà. La comunità infermieristica non può accettare che il comportamento criminale di qualcuno offuschi l'impegno di tanti professionisti sanitari, sociali e di operatori sociosanitari che, con coscienza e umanità, svolgono ogni giorno un lavoro difficile nel rispetto del rispettivi codici deontologici e comportamentali”.

Il comunicato costituisce anche l’occasione per tornare sulle procedure di accreditamento adottate dalla Regione della case famiglia private.

“Abbiamo letto - scrive il Collegio di Parma - che i gestori di un gruppo di 23 case famiglia di Parma si costituiranno parte civile nel processo contro i responsabili dei maltrattamenti agli anziani, così come sappiamo che il Comune di Parma ha tentato di dotarsi di un regolamento di funzionamento della case famiglie che tenta di superare il ‘vuoto’ legislativo attuale. Oggi - puntualizzano gli infermieri - i responsabili dei ‘casi’ (ovvero delle persone inserite nelle strutture della rete sociosanitarie) sono i medici di medicina generale. È di tutta evidenza, anche in questo triste caso, la difficoltà del medico nel valutare la qualità e la tipologia di assistenza che viene erogata, perché inserita nel complesso delle attività che rivolge quotidianamente a tutto l’insieme dei propri assistiti. Abbiamo già avuto modo di dire al presidente della Regione che le strutture sociosanitarie, comprese le case famiglia, c’è bisogno di responsabilità di coordinamento posta in capo agli infermieri”.

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