TORINO. Al via il 26 febbraio la due giorni congressuale organizzata dall’Ospedale San Giovanni Bosco dell’ASL TO 2 sull’”Ictus ischemico percorsi e strategie diagnostico-terapeutiche”, presieduta di Dottori Carlo Alberto Castioni (Anestesia e Rianimazione), Roberto Cavallo (Neurologia), Giacomo Paolo Vaudano (Neuroradiologia) in collaborazione con AINR (Associazione Italiana di Neuroradiologia) e SIAARTI (Società Italiana di Anestesia Analgesia Rianimazione e Terapia Intensiva) al Centro Incontri della Regione Piemonte in Corso Stati Uniti 23.
Due giornate di esperti a confronto sulla patologia che rappresenta la terza causa di mortalità nei paesi occidentali e la prima causa di invalidità, in memoria del Dott. Carlo Ravetti, ex primario di Neurologia del San Giovanni Bosco –prematuramente e tragicamente scomparso nello scorso mese di agosto scalando il Monte Rosa- cui è dedicata una cerimonia commemorativa aperta a tutti, nella giornata inaugurale, alle ore 16.00.
Dagli specialisti che quotidianamente lottano per la vita contro il tempo viene un messaggio di speranza, tradotto in un video, magistralmente realizzato da Lorenzo Gambarotta: dodici minuti per far sapere a tutti, addetti ai lavori e pubblico, che l'ictus ischemico è curabile.
Il nemico da battere è il tempo e l'arma è il gioco di squadra, come accade al San Giovanni Bosco. Gioco di squadra significa integrazione e comunicazione fra i reparti, confronto serrato fra i vari specialisti che, posti di fronte alla scelta fra diverse opzioni di intervento, devono condividere una decisione rapida basata su esami diagnostici accurati.
Vediamo in rapida sintesi il paziente introdotto al Pronto Soccorso e sottoposto prima al triage per attribuire un codice alla sua emergenza e subito dopo al test N.I.H. per misurare il livello dei danni. Le risultanze della TC sono analizzate in tempo reale e in tandem dal neurologo e dal neuroradiologo interventista per arrivare a prendere una decisione. Due sono le opzioni: intervenire per trombolisi endovenosa e, se non è sufficiente, per trombolisi arteriosa da affrontare in sala angiografica.
Nel minor tempo possibile il paziente è messo in grado di iniziare il percorso che lo porterà a recuperare le sue funzioni vitali.
Sono infatti le nuove metodologie di trattamento, mutuate dalla cardiologia, che consentono oggi di poter ridurre il numero di persone che andranno incontro a morte o grave invalidità.
“Negli anni grazie i nuovi trattamenti si è riusciti a passare da un atteggiamento fatalista nei confronti di tale patologia a un atteggiamento interventista anche in Italia ed in Piemonte – spiega il Dott. Roberto Cavallo, Responsabile della Neurologia del San Giovanni Bosco – e tra le persone che hanno speso le proprie energie impegnandosi in prima persona va annoverato proprio Carlo Ravetti, che fin dagli inizi ha creduto prima nel trattamento trombolitico e poi nella trombectomia meccanica, adoperandosi sia tra i colleghi neurologi sia tra i colleghi di altre specialità affinché queste metodiche di ripristino del flusso cerebrale fossero applicate al maggior numero di persone possibili”.
Anche grazie al quotidiano impegno del Dott. Ravetti, nell'Ospedale San Giovanni Bosco, sede di Stroke Unit di II livello, si è riusciti a trattare un grande numero di pazienti con la trombolisi sistemica e a crescere sino a diventare il secondo polo in Piemonte per il trattamento intravascolare delle ostruzioni delle arterie cerebrali, con 152 trattamenti a oggi tra trombolisi e trombectomie meccaniche.
“La sintonia che mi univa a Carlo nell'approccio al paziente con ictus cerebrale ha consentito nel tempo di creare un sistema armonico, articolato e veloce – commenta il Dott. Giacomo Paolo Vaudano, Direttore Neuroradiologia ASL TO 2 – che permette al paziente di giovarsi dell’ esclusione di emorragia cerebrale mediante la TC senza mezzo di contrasto e di approfondire rapidamente la diagnostica con tecniche più raffinate e all'avanguardia, rappresentate dalla TC di perfusione, dalla angio-TC dei vasi cerebrali e del collo e in, casi particolari, della Risonanza Magnetica, e completare il tutto con un trattamento intraarterioso di rimozione del trombo a livello dei vasi cerebrali occlusi”.
“I malati con stroke ischemico ed emorragico sono i nuovi pazienti che bussano alle porte delle nostre Terapie Intensive – precisa il Dott. Carlo Alberto Castioni, rianimatore del San Giovanni Bosco e copresidente del congresso – e a loro sono dedicati gli sforzi di tutte le figure specialistiche, coinvolte nei percorsi diagnostici e terapeutici, per ottimizzate la prognosi in termini di sopravvivenza e qualità della vita. Per questo oggi abbiamo voluto riunire neurologi e intensivisti, rianimatori e neuroradiologi, neurochirurghi e neuroriabilitatori, per offrire una visione a 360 gradi della problematica, coinvolgendo anche i responsabili regionali dell'organizzazione dell'emergenza”.
“Mi unisco all’intero Ospedale nel commosso ricordo di Carlo Ravetti – conclude il Direttore Generale ASL TO 2, Dott. Maurizio Dall’Acqua – e mi congratulo con tutti gli Operatori per il forte spirito di squadra che li unisce e che ha consentito, in questi ultimi anni, di affermarsi come uno dei presidi ospedalieri che effettuano maggior numero di trombolisi, dove vi è un servizio di guardia attiva H 24 per la trombolisi intraarteriosa, nonché di primeggiare in Piemonte per l’inserimento di routine della diagnostica avanzata con TC di perfusione cerebrale e angio-TC dei vasi del collo e dei vasi cerebrali”.
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