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La teoria del Gender, chi è pro e chi è contro?

di Redazione

genderhands

Mistificazioni, utopia o una realtà possibile? La ricerca di una Infermiera fa il punto sull'informazione in materia in Italia...

di Laura Rita Santoro

Perché scrivere del Gender? Personalmente non ne sapevo nulla, ma, una discussione tra colleghi mi ha stimolato a studiare l’argomento. Mi sono chiesta è possibile mai che nessuno abbia mai scritto nulla in proposito?

Il primo passo è stato digitare "la teoria del Gender" su Google. I risultati 32.400 documenti. Ne “Il Fatto” dicono che immediatamente dopo il Family Day sono cominciati ad arrivare messaggi via whats up e nel web circa le terribili iniziative in Parlamento. Le iniziative riguarderebbero corsi di masturbazione precoce, abuso e pornografia da insegnare a scuola. Lo stesso quotidiano parlerebbe dell’invito ad una crociata. Nello stesso quotidiano dicono che nulla di quello che è stato detto dovrebbe essere vero. Loro avrebbero letto il documento in via di approvazione e non coincide a quanto denunciato ed amplificato.

Gender Symbols

La teoria del Gender... E tu cosa ne pensi? scrivici a direttore@nurse24.it

Ciò detto ho pensato di guardare il documento che è stato lo stimolo ad un DDL in Parlamento. Nel documento ho trovato una foto del gruppo che ha stilato gli standard raccomandati per l’educazione sessuale. Il gruppo era composto per la maggior parte da donne. Gli standard indicherebbero ciò che bambini e ragazzi, nelle diverse età, dovrebbero sapere e comprendere, quali situazioni o sfide dovrebbero essere in grado di gestire a tali età e quali valori e atteggiamenti è necessario che essi maturino per poter crescere in modo gratificante, positivo e sano per quanto attiene la sessualità. Il problema? I docenti saranno formati a gestire tutto ciò? Oppure sarà la solita cosa nata con i migliori presupposti ma, che naufragherà per incompletezza fondi e/o formazione del personale docente?

Nel Dizionario gli studi di genere o gender studies, come vengono chiamati nel mondo anglosassone, rappresenterebbero un approccio multidisciplinare e interdisciplinare allo studio dei significati socio-culturali della sessualità e dell'identità di genere, su Wikipedia.

Invece, su wikipink, la "teoria del gender" sarebbe un concetto creato dall'estrema destra religiosa (soprattutto Opus Dei e Lefevriani), avrebbero fuso le definizioni di "gender studies" e "queer theory". Il risultato sarebbe una presunta "gender theory". Ancora, sostengono che questo aspetto non sarebbe mai stato teorizzato da nessuno.

Secondo la “Treccani”, la teoria del gender esiste, ma viene anche imposta, ed è anche costantemente smentita dalle ricerche scientifiche.

Su l’Osservatore Romano del 10 febbraio 2011, si scrive che la teoria del ‘gender’ sarebbe sbagliata a causa del fatto che nel “sistema” si negherebbe che l’umanità sia divisa tra maschi e femmine.

Su l’Internazionale, la pensa diversamente dall’Osservatore Romano. Si sostiene che la data di nascita dell’ideologia del Gender non è facile da stabilire. La teoria sarebbe mirata ed orientata, attraverso professionisti, all’educazione sessuale, come non è mai stata vista in Italia, il cui fine è evitare l’omofobia. Le differenze sessuali si nutrirebbero, dicono, di continue e intenzionali confusioni tra il piano biologico e quello sociale e culturale. Questa teoria funzionerà?

Il Papa, anche, è intervenuto sulla "teoria del gender", affermando che con queste “idee” si "rischia un passo indietro".

Nel DDL la Vicepresidente del Senato Valeria Fedeli (Pd), si proporrebbe di introdurre l'educazione di genere e della prospettiva di genere nelle attività e nei materiali didattici delle scuole e delle Università.  Ella dice che l’obiettivo non sarebbe quello di negare le differenze ma di valorizzarle. Non parlerebbero di educazione sessuale, bensì vorrebbero favorire il riconoscimento delle emozioni attraverso la condivisione. Un progetto reale realizzabile e ambizioso, utopia o mistificazione? Io non saprei.

Ne “Il Giornale”, in un titolo si può leggere, a proposito del Gender, la scuola non si arroghi le prerogative delle famiglie. Nello stesso giornale si parla di follia poiché a scuola entrerebbe nel programma l’ora di autoerotismo.

Ne Il Giornale, il sottosegretario all'Istruzione Gabriele Toccafondi, dell'Ncd ha puntualizzato come "non sia che in certe scuole il ruolo educativo dei genitori venga costantemente scavalcato. Rispettiamo l'autonomia scolastica delle superiori e il ruolo degli enti locali su scuole medie ed elementari ma tutti devono rispettare la Costituzione".

Un conto è combattere, giustamente, ogni forma di discriminazione - osserva Toccafondi - ben altra cosa è proporre una visione ideologica della realtà. La nostra Costituzione sancisce chiaramente che i primi responsabili dell'educazione dei figli sono i genitori. Per questo, ogni tipo di materiale e progetto educativo su temi sensibili che entra nelle scuole deve essere assolutamente visto e verificato dalle famiglie, ed è quindi inaccettabile che le scuole non le coinvolgano su argomenti così delicati.

Inoltre, il Leghista Massimo Polledri, in un interrogazione presso il consiglio comunale di Piacenza, invita la cittadinanza a ribellarsi ad una follia (così da lui definita), la teoria del Gender dovrebbe servire a riprogrammare e condizionare l’identità e la natura dell’uomo, l’ideologia prenderebbe il sopravvento sulla ragione che dorme.

Sul sito dell’Altrapsicologia, si parla di un serpeggiamento virale nei gruppi whatsapp, dove si invita ad andare a firmare un referendum abrogativo sulla buona scuola. Loro sarebbero contro il referendum proposto contro il disegno di legge sulla buona scuola. Il gruppo di psicologi cita per intero (credo), gli articoli oggetto dell’invito al referendum abrogativo. Loro sostengono che le contestazioni sono sinonimo di arretratezza e mancata apertura mentale. Tale sottosviluppo non consentirebbe di riconoscere, pienamente, la condizione di ogni cittadino. Su questi principi, sempre per loro, si costruisce un arretratezza anche economica. Tutto ciò sarebbe la fucina di numerosi nevrosi da diversità, quindi indisposta all’apertura di nuovi modi di fare mercato. I docenti saranno in grado si sobbarcarsi questo onere?

Su l’Avvenire, ho letto i cinque punti per fare chiarezza a proposito della “teoria del Gender”. Nel primo punto si parla di una teoria nata dall’attivismo gay e femminista radicale. L’identità sessuata, cioè essere uomini e donne, secondo loro, verrebbe sostituita dall’identità di genere. Quindi, sempre secondo loro, si potrebbe finire con il variare a piacimento, anche mantenendo immutato il dato biologico. Loro asseriscono di molti generi diversi riconosciuti. Negli USA, affermano, che facebook permetterebbe di scegliere il proprio genere tra 56 diverse opzioni.

Loro contesterebbero anche l’uso della parola “omofobia” come neologismo. Il vocabolo sarebbe inventato dai media per definire gli atti di violenza, fisica o verbale, contro gli omosessuali, che ritengono debbano essere comunque condannati, come ogni altra violenza. Essi affermano che sia una scelta pilotata per promuove la teoria del gender. Infine, gli stessi sarebbero contrari poiché tali scelte potrebbero influire, negativamente, sul modo di pensare. Sarebbe un attentato contro la libertà di pensiero ed educazione da parte di una minoranza. Però non capisco cosa centri “facebook” con gli aspetti scientifici?

In una Conferenza, organizzata in una parrocchia, a Castione della Presonala (PG), nel titolo della conferenza si associa “Gender” con “(D)istruzione”. "nel comunicato stampa si invitavano i cittadini ad un momento di informazione e formazione. Unica finalità approfondire, con l'aiuto di persona competente, quale il dottor Gianfranco Amato (Presidente Giuristi per la vita), le tematiche presenti nel contesto socio-politico attuale.  L’obiettivo della conferenza era informare circa la tematica del gender. Ovviamente loro sosterrebbero che la corretta informazione sarebbe la loro. Sono perplessa perché l’esimio personaggio chiamato in causa non è un professionista, uno psicologo, uno scienziato o altro, ma, un giurista un avvocato. Quindi il suo esimio parere potrebbe essere equiparato a quello di qualsiasi altro? Ho letto anche che fossero presenti altri esperti ma non sono citati e non ero presente.

Secondo il Diaconato della Diocesi Romana, la questione del "genere" (in inglese gender) è un incrocio fra una dottrina pseudo-scientifica e un bisogno politico, che sarebbe finita col trasformarsi in ideologia. Nelle mie letture ho letto diversi punti di vista tra quello cattolico e quello laico.

Infine, su Riscossa Cristiana, sito cattolico di attualità e cultura, si lamenterebbero del silenzio della Gerarchia cattolica, a proposito della Teoria del Gender. Essi ritengono che sia un assurdità pericolosa che potrebbe portare a danni. Essi scrivono, di agognate, leggi liberticide e corruttrici, che sanzionerebbero, penalmente, chi oserà criticare il “vizio” dell’omosessualità, in quanto tale. Parimenti sarebbe previsto, dicono, l’imposizione nella società civile dell’omosessualità, attraverso l’introduzione nelle scuole, dall’asilo, all’università e nell’assistenza sociale. Lo scopo rendere legale istituti come il matrimonio e le adozioni.      Ancora, essi criticherebbero anche Papa Francesco, per la nota frase: “se un gay ­è in cerca di Dio, chi sono io per giudicare?” Tale frase sarebbe stata poco gradita poiché avrebbe concesso ai media di mal interpretare. Un bambino, dopotutto, avrebbe sempre bisogno di una padre ed una madre, quindi deve nascere in una famiglia composta da un uomo ed una donna. Infine, la famiglia “normale” è secondo natura, così come stabilito da Dio.

Inviando questo documento ai colleghi mi è stato segnalato un altro sito, in cui si parla di un incontro a Trieste, con le ideatrici del contestatissimo “Il Gioco del rispetto: la parola alle ideatrici”. Gioco che secondo alcuni si intende insegnare ai bambini il “toccarsi” nelle parti intime. Nell’ incontro, aperto a tutti, avrebbero invitato i più contrari a leggere tutta la storia, senza estrapolazioni. Il risultato, dicono, non c’era pornografia, non c’erano nudità, non c’erano palpeggiamenti, non c’era educazione sessuale.

Concludendo credo che tutta la confusione creata sia discutibile. Invito tutti i colleghi a leggere nel web o dove vogliate sul gender. Fatevi un idea vostra. Le scuole cattoliche di una volta, anche quelle condotte dai Gesuiti (credo), erano in uso scegliere testi ben lontani dall’ideologia cattolica pura, lo scopo era favorire lo sviluppo di un pensiero libero nelle menti degli studenti. Il docente sicuro del proprio punto di vista, non teme nulla, non teme neanche il libero pensiero, la libera riflessione. Lo studio, l’aggiornamento non è superfluo.

Riflettendo in questi giorni mi sono ricordata delle mie prime lezioni di educazione sessuale. Ero alle medie, ora ho 48 anni, è passato un secolo? Allora la sciagura si verificò quando i docenti decisero di proiettare un “filmato”, ma, non si trattava di un rapporto sessuale, bensì ci fecero vedere come nasceva un bambino. Ci fecero vedere un parto. Il parto ci venne fatto vedere a seguito dell’autorizzazione, scritta, dei nostri genitori. Seppi che, l’autorizzazione non era dovuta, ma, le svariate polemiche indussero le insegnanti a chiedere l’autorizzazione. Pochissimi genitori, di trentasei anni fa, impedirono ai loro figlioli di guardare il filmato sul parto naturale. Mia madre, non è mai stata latitante nella mia vita scolastica, benché lavorasse. L’autorizzazione dei miei genitori non fu oggetto di polemiche, ma, fu molto naturale. Probabilmente raccontai a casa quello che avevo visto, non ero una ragazzina silenziosa. Clamorosamente, l’episodio mi è venuto in mente solo ora e non ritengo di essere venuta fuori male per quegli insegnamenti liberali ricevuti.

Sono convinta che la funzione educativa della famiglia sia insostituibile, ma deve essere coadiuvata da quella della scuola e non solo. I ragazzi più che mai debbono essere seguiti. Seguire i giovani non è vietargli la televisione o altro ma, essere con loro, pronti a rispondere, tempisticamente ai loro quesiti e/o perplessità.

Io non ho figli, ma, sei nipoti. Tempo fa approfittai di un episodi di cronaca. Ne avevano parlato fino alla nausea. Vi ricordate i fratellini di Gravina di Puglia, trovati nel pozzo
cadaveri? I mass media, tra le varie presupposizioni, dissero che, verosimilmente, uno dei due era caduto e l’altro, anziché chiedere aiuto, avesse cercato di aiutare il fratellino da solo. Due dei miei sei nipoti sono gemelli. La cosa mi spaventò. Loro fanno tutto insieme, da sempre. Quindi analizzai la notizia con loro, al termine del telegiornale. Al termine concludemmo che avrebbe potuto essere salvati se avessero chiesto aiuto ad un adulto, anziché cercare di far da soli ? Certo per poter trattare “certi” argomenti devi essere presente e cogliere l’attimo.

«Cogli la rosa quando è il momento, ché il tempo, lo sai, vola e lo stesso fiore che sboccia oggi, domani appassirà.» dal film “L'attimo fuggente” – Possiamo rimandare a domani l’educazione dei cittadini Italiani di domani?

Fondamentalmente sono cattolica. Credo ad un essere superiore, infinitamente buono che ci capisce e aiuta ogni volta che può, quando non lo fa, spesso è perché ha in mente altri disegni che potremo capire in futuro.

Io probabilmente non avrei mai abortito. Probabilmente il mio contesto di vita mi ha consentito di pensare liberamente, senza impedimenti? Quante donne possono dire altrettanto? Ciò nonostante non avrei mai votato contro una legge che impedisca l’aborto. La vera libertà è poter scegliere di abortire o meno. Non sono nessuno per giudicare e non posso immaginare cosa possano aver passato gli altri o le altre. Sono Infermiera, quindi posso solo scegliere di aiutare, ma, se si vuole essere aiutati. Il primo obiettivo di un professionista sanitaria è aiutare gli altri… se non puoi aiutarli, almeno cerchiamo di non ferire..

Lasciatevi coinvolgere, con curiosità, potreste raggiungere un’ulteriore chiave di lettura, non si dovrebbe aver paura delle opinioni delle persone. La nostra opinione può non essere accettata, può non essere più ‘alla moda’, però è un opinione originale, la nostra!

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