Il presidente Ausilia Pulimeno: "qualora, all'esito delle verifiche in corso, tra gli operatori coinvolti in questa orribile storia risultassero degli infermieri, a tutela dell'immagine pubblica della categoria e della professionalità dei suoi iscritti, questo Collegio non esiterà a procedere con provvedimenti disciplinari adeguati alla gravità del caso".
A seguito del clamore mediatico relativo ai maltrattamenti subiti dagli ospiti di una casa di cura laziale, il Collegio Ipasvi di Roma, presieduto da Ausilia Pulimeno, ha deciso di diffondere un comunicato stampa, sia per stigmatizzare quanto accaduto, sia per tutelare il buon nome degli infermieri, dal momento che molte testate hanno riportato la notizia citando questi ultimi come principali artefici dei maltrattamenti.
Nove dipendenti del Centro di Riabilitazione neuropsichiatrico "Eugenio Litta" sono attualmente ai domiciliari e uno è in carcere dopo l'operazione dei carabinieri del Nas. Dalle indagini è emerso che i degenti (16 ragazzi con gravi disabilità) venivano picchiati, ingozzati di cibo a forza, umiliati, insultati, segregati nelle loro stanze, come testimoniato dall'acquisizione di immagini e video di telecamere poste nella struttua dagli inquirenti. Le principali figure coinvolte nella vicenda - un educatore professionale e un assistente socio sanitario con funzioni educative - avevano atteggiamenti particolarmente autoritari e violenti, tanto da creare un clima di terrore nei giovani ospiti.
La Regione Lazio ha annunciato che si costituirà parfte civile nel procedimento.
"In relazione ai gravissimi fatti emersi a carico di alcuni operatori sanitari in servizio presso la casa di cura e riabilitazione 'Villaggio Eugenio Litta' di Grottaferrata, il Collegio Ipasvi di Roma e Provincia esprime sconcerto e riprovazione per gli odiosi reati appurati in sede di indagine dalla Procura della Repubblica di Velletri grazie alle investigazioni dei Carabinieri del Nas di Roma" - hanno ribadito dal Collegio Ipasvi di Roma.
Le immagini dei maltrattamenti subiti dai giovani pazienti della struttura, diffuse in queste ore con grande clamore mediatico da tutti i mezzi d'informazione, colpiscono al cuore gli infermieri romani che ogni giorno, con abnegazione e spirito di sacrificio, dedicano le loro energie alla cura e all'assistenza di chi vive la fragilità della malattia o della disabilità.
Le responsabilità fin qui emerse a carico dei dieci indagati destinatari delle ordinanze di custodia cautelare risultano ancor più abiette e ripugnanti in quanto perpetrate ai danni di bambini e ragazzi particolarmente fragili e indifesi, con un quadro clinico segnato da patologie neuropsichiatriche gravi come ritardo mentale, epilessia e sindromi genetiche.
"Qualora, all'esito delle verifiche in corso, tra gli operatori coinvolti in questa orribile storia risultassero degli infermieri, a tutela dell'immagine pubblica della categoria e della professionalità dei suoi iscritti, questo Collegio non esiterà a procedere con provvedimenti disciplinari adeguati alla gravità del caso - concludono dall'Ipasvi romana - la comunità infermieristica non può accettare che il comportamento criminale di qualcuno offuschi l'impegno di tanti professionisti che, con coscienza e umanità, svolgono ogni giorno un lavoro difficile nel rispetto del codice deontologico".
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