ROMA. In inverno una passeggiata all'aria aperta o l'attesa dell'autobus in strada possono avere gli stessi effetti sulla bilancia di una dieta o di una seduta in palestra. A confermarlo è un nuovo studio, condotto dai ricercatori dell'Università di Maastricht (Olanda) pubblicato su 'Trends in Endocrinology and Metabolism' "l'esposizione regolare ad un freddo mite (intorno ai 12 gradi centigradi) può essere una strategia alternativa, sana e sostenibile, per aumentare il dispendio energetico e far rimanere in forma".
Ma non è tutto, prediligere anche durante l'inverno la vita all'aperto può "aumentare il tasso metabolico (il dispendio energetico a riposo) fino a cinque volte, grazie ad un processo chiamato termogenesi indotta dal freddo (Tif). Ovvero, la maggior produzione di calore da parte dell'organismo quanto minore è la temperatura dell'ambiente", aggiungono gli scienziati. L'incremento della Tif può oscillare da pochi punti percentuale fino al 30%.
"Anche se durante l'inverno si tende a mangiare di più - sottolineano i ricercatori illustrando lo studio al giornale online 'The Atlantic'- la maggior parte delle persone non lo fa e in questo modo non c'è la possibilità di compensare la perdita di calorie che avviene con la Tif. In questo modo è possibile che alcuni soggetti perdano anche peso". A confortare la tesi degli scienziati olandesi c'è anche la recente ricerca di Francesco Celi, docente alla Virginia Commonwealth University (Usa). "Stare per un certo periodo di tempo a temperature basse attiva nell'organismo il tessuto adiposo bruno, che ha esclusivamente la funzione di produrre calore - spiega Celi - così se non è possibile raggiungere la palestra, una valida alternativa in inverno può essere quella di aspettare l'autobus all'aperto invece che al bar".
Ad allarmare gli scienziati è la tendenza, in casa e in ufficio, a tenere i riscaldamenti con termostati troppo elevati. "La mancanza di un'esposizione dell'organismo a temperature variabili, comprese anche quelle più rigide, ha portato intere popolazioni ad essere più inclini a sviluppare malattie come l'obesità. Inoltre, con il tempo - sottolineano i ricercatori olandesi - le persone diventano vulnerabili ai cambiamenti improvvisi della temperatura, andando incontro anche ad altre patologie".
Insomma, il freddo non deve essere considerato un nemico dell'organismo, ma un alleato: "Il nostro lavoro sui benefici di un freddo moderato sul metabolismo somiglia molto a ciò che avveniva già durante il Paleolitico, quando si viveva in condizioni estreme e la vita all'aria aperta anche durante le gelate non spaventava gli uomini e le donne. In fondo - concludono - il corpo umano non è destinato a rimanere sempre in ambienti con climi ideali e confortevoli. Ma è una macchina in grado di vivere anche in condizioni più estreme e di adattarsi in maniera eccezionale".
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