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Anna Maria, Studentessa Universitaria: "consiglierei di studiare Infermieristica a tutti!"

di Angelo

Infermiera

Lei studia Infermieristica alla Sapienza di Roma ed è soddisfatta di quanto realizzato finora con l'Università. Consiglierebbe questo corso a tutti gli studenti pre-universitari.

ROMA. E' sempre più duro studiare in Italia per diventare Infermiere ed è sempre più complicato trovare lavoro dopo la laurea. Se ne è accorta anche Anna Maria Migliaccio, 23 anni, originaria di Formia (Latina), giunta al suo terzo anno di Università alla "Sapienza" di Roma.

A lei, che è una delle più preparate, abbiamo posto delle domande impertinenti sul suo ruolo di discente presso una degli Atenei più importanti dello Stivale Italico. Scopriamo assieme cosa ci ha risposto.

1) Qual è stato il tuo primo impatto con la realtà universitaria romana? Il Corso di Infermieristica era come te lo aspettavi?

Diciamo che l'impatto con la realtà universitaria è stato brusco ma piacevole. Sono stata catapultata in un mondo completamente nuovo e pieno di responsabilità, cosa che più di tutto mi ha scossa. Il Corso di Laurea in Infermieristica non so dire se si è rivelato o meno come me lo aspettavo, sarà che non sapevo bene cosa aspettarmi. Fatto sta, che il mio Corso mi ha dato molto e lo rifarei di nuovo.

2) Dal punto di vista didattico pensi che qualcosa debba cambiare nelle università italiane?

Dal punto di vista didattico penso che molte cose debbano cambiare nelle università italiane. In primis, purtroppo, sarà per il numero elevato di noi studenti, a livello organizzativo (non mi riferisco al Corso di laurea bensì all'organizzazione stessa dell'università). Per quanto riguarda il mio Corso posso dire che avrei preferito svolgere più ore di laboratorio pratico, cosa che reputo indispensabile per la formazione del professionista sanitario ovviamente se affiancato ad un buon carico di studi e di buona volontà.

3) Riguardo ai tirocini clinici. Come sei stata accolta dai colleghi Infermieri già formati nei reparti in cui sei stata?

Per quant riguarda i tirocini posso dire che sono stata accolta nella maggior parte dei casi a braccia aperte. L'equipe infermieristica si è sempre mostrata pronta al dialogo con me e con noi tirocinanti. C'è da dire che ogni realtà è ben diversa dalle altre, dunque non sempre siamo stati seguiti in tutti i versi della nostra esperienza, cosa che però comprendo essendo in particolare il Policlinico un'Azienda Ospedaliera così grande e richiesta. Mi ritengo soddisfatti e allo stesso tempo fortunata degli incontri fatti, sia a livello umano che per quanto interessa la parte didattica.

4) Sai in Italia è un periodo difficile per il lavoro, sono circa 30.000 gli Infermieri precari e disoccupati. Pensi qualche volta alla possibilità di cercare e trovare lavoro all'estero?

Penso spesso alla possibilità di cercare lavoro all'estero, ma come ultima chance. Se possibile mi piacerebbe cercare e trovare lavoro in Italia.

5) Cosa consiglieresti a chi come te, finiti gli studi superiori, vuole intraprendere gli studi Infermieristici?

Per intraprendere questo tipo di studio ci vuole passione. Bisogna farsi forza da soli in molte occasioni e riuscire a sorridere pochi secondi più tardi. E' un percorso che richiede l'impiego di molto tempo e di grande forza di volontà, ma è un percorso che riesce a trasmettere tanto. Potrei solo consigliare, a chi è appassionato realmente, di non mollare e di impegnarsi nello studio, in particolare della fisiologia e di non soffermarsi solo sulla pratica dei tirocini clinici.

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