Qualcuno ha scritto "...Se gli infermieri cominciassero a curare altri infermieri, la professione avrebbe abbastanza potenza per controllare la propria pratica e il proprio destino..."
I tirocini formativi e di orientamento vengono promossi al fine di realizzare momenti di alternanza tra studio e lavoro nell’ambito dei processi formativi e di agevolare le scelte professionali mediante la conoscenza diretta del mondo del lavoro (L.196/97;D.M. 142/98).
Il tirocinio permette allo studente di sviluppare abilità tecniche e relazionali e e finalizza la formazione dello studente a individuare i bisogni delle persone assistite, a pianificare, erogare e infine valutare l'assistenza prestata. Consente al discente di familiarizzare con il contesto lavorativo, imparando a lavorare in équipe, sviluppando pensiero critico, autonomia nel processo decisionale e comunicazione terapeutica;è quindi una fase molto importante dell'apprendimento del futuro infermiere.
Il tuo infermiere ha bisogno di cura
Gli affiancatori sono Infermieri che, pur non avendo la responsabilità di un rapporto tutoriale, possono "affiancare" lo studente attraverso le sue esperienze professionali; di norma riferiscono al Tutor clinico le attività effettuate con lo studente, le modalità di svolgimento delle attività, gli aspetti positivi e le lacune che lo studente ha dimostrato di possedere, in modo che il Tutor clinico abbia il più ampio scenario possibile dell'avvenuto apprendimento clinico.
L'affiancatore deve favorire l’applicazione del sapere teorico nella pratica clinica, condividere con lo studente gli obiettivi da raggiungere, sostenerlo e guidarlo nelle sue attività assistenziali e valutare il suo percorso.
Ma chi valuta le capacità e competenza sia cliniche che pedagogiche dell'affiancatore (o assistente di tirocinio)?
Nella maggior parte dei casi è il coordinatore di U.O. a decidere a chi affiancare il discente. Di solito è l'infermiere che ha più esperienza (e per esperienza il più delle volte s'intende tempo lavorato) altre volte si sceglie il personale più preparato a livello tecnico-pratico, poche (forse pochissime) volte si tenta di scegliere l'infermiere maggiormente formato, aggiornato e con capacità di essere leader e mentore. Di certo preoccupa che nella stragrande maggioranza dei casi questo sia legato ad un giudizio soggettivo e non a schede di valutazione oggettive.
Da non trascurare inoltre è la valutazione che lo stesse discente dovrebbe fare del suo assistente di tirocinio, poichè esiste una correlazione fra la soddisfazione degli studenti e gli outcomes dell’apprendimento. Questo tipo di valutazione permetterebbe di identificare le situazioni che favoriscono o ostacolano l’apprendimento stesso e di conseguenza di capire se il coordinatore abbia fatto "la scelta giusta". Nella maggior parte dei casi non avviene.
In letteratura è ritenuto strategico proporre un corso di formazione sugli aspetti delle metodologie tutoriali per i futuri assistenti di tirocinio. Ma si possono contare con le dita di una mano in quante realtà esiste.
Vien dunque da chiedersi che tipo di futuro stiamo dando alla nostra professione? Stiamo davvero curando i nostri infermieri?
Non ho mai insegnato nulla ai miei studenti; ho solo cercato di metterli nelle condizioni migliori per imparare Albert Einstein
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