Una mobilità per 28 posti da infermiere prima bandita, poi revocata e, infine, sostituita. Il nuovo bando emanato dall’AOU Vanvitelli di Napoli, però, alla voce “requisiti di ammissione” opera una sostanziale modifica: prima si cercava personale con “profilo professionale infermiere cat. D”, ora “personale del comparto Istruzione e Ricerca da collocare nella fascia VIII di cui all'art. 64 del CCNL 16/10/2008, con posizione economica equivalente al SSN di ctg. D”.
Mobilità Vanvitelli, si cerca personale Comparto Istruzione e Ricerca
Essere “infermiere cat. D del comparto Sanità” non è più sufficiente per partecipare alla mobilità bandita dall’AOU Vanvitelli di Napoli. Già, perché il bando per i 28 posti previsti dalla delibera n. 27 del 18 gennaio 2018 è stato revocato.
Al suo posto ne è stato emanato un altro, ma questa volta l’Azienda Ospedaliero Universitaria ha cambiato le carte in tavola per quanto riguarda i requisiti per la partecipazione alla mobilità extra regionale (sempre per 28 posti).
Nel vecchio bando di mobilità l’Azienda si era riservata la “facoltà di revocare o sospendere l’avviso di mobilità, ovvero di sospendere o non procedere al trasferimento dei candidati risultati idonei, in ragione di esigenze attualmente non valutabili né prevedibili, nonché in applicazione di disposizioni normative che dovessero impedire in tutto o in parte il trasferimento dei predetti candidati”.
Tutto scritto nero su bianco in tempi non sospetti. Vero è, poi, che non è così strano che un’Azienda Ospedaliera Universitaria necessiti di personale infermieristico che funga da “tutor”, visto che tra i requisiti figura anche “l’esperienza lavorativa di almeno due anni (...) acquisita prioritariamente nelle aree critiche e complessi operatori” (o “nell'ambito di unità operative di Terapia Intensiva Neonatale (TIN)” nel caso della mobilità per 2 posti per Infermiere Pediatrico).
Certo è che a rimanere a bocca asciutta sono gli "infermieri aziendali", quelli inquadrati in cat. D che, se si guarda solamente ai numeri sono in netta maggioranza e la cui rabbia esplosa sui social (e non solo) è in qualche modo comprensibile.
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