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professioni sanitarie

Muore per superlavoro. L'azienda risarcirà la famiglia

di Redazione

Tecnico di radiologia muore per “superlavoro”. La Cassazione ritiene l’azienda responsabile. Succede ad Enna.

Tecnico di radiologia muore per superlavoro, azienda condannata

tac

In otto anni il tenico ha eseguito oltre cinquemila Tac

Giuseppe Ruberto lavorava come dipendente all’ospedale Basilotta di Nicosia. Aveva 30 anni quando è morto per infarto, il 19 settembre 1998.

Secondo la Cassazione a ucciderlo è stato il “superlavoro”, sono stati i turni massacranti a cui era sottoposto. A lavorare in quell’ospedale con quel ruolo erano solo in quattro e dovevano coprire le esigenze di tutti. In otto anni di attività, la struttura aveva eseguito 148.513 esami, una media di 18.564 l’anno e quasi 5mila Tac.

A chiamare in causa l’azienda sono state moglie e figlia di Giuseppe Ruberto, che hanno portato in aula le prove di straordinari e continue chiamate in servizio anche in reperibilità.

Lo scorso 8 giugno si è pronunciata la sezione lavoro della corte di Cassazione, dicendo che l’imprenditore è tenuto ad adottare nell’esercizio dell’impresa le misure che, secondo la particolarità del lavoro, l’esperienza e la tecnica, sono necessarie a tutelare l’integrità fisica e la personalità morale dei prestatori di lavoro.

Una perizia aveva dimostrato che la cardiopatia di Giuseppe Ruberto, sconosciuta fino al giorno dell’infarto, era probabilmente dovuta proprio al lavoro. Ora la corte d’appello di Palermo stabilità il risarcimento per la famiglia.

La sentenza della Cassazione, secondo l'Anaao Assomed, rappresenta una pietra miliare della giurisprudenza in ambito sanitario - scrive il sindacato in un comunicato - confermando quanto l'Anaao, da tempo, sostiene a proposito della correlazione tra condizioni di lavoro, sicurezza delle cure ed integrità psico-fisica dei lavoratori. Prolungati e stressanti turni lavorativi sono associati a un rischio doppio di patologie cerebrovascolari, compreso l'infarto, e a una maggiore incidenza di tumori, secondo una qualificata letteratura scientifica. E ancora:

Il Ssn è stato tenuto in piedi grazie allo spirito di sacrificio e al senso di responsabilità dei suoi operatori, che si sono fatti carico di condizioni di lavoro gravose e rischiose, come il caso di Nicosia dimostra, effettuando una mole di ore di lavoro aggiuntive impressionante, nemmeno retribuite o recuperate, fino a lavorare per 13 se non 14 mesi all'anno. In tempi in cui molti esperti e politici parlano di sprechi e di inappropriatezza in sanità, nessuno ha mai acceso un faro sugli enormi risparmi che le Regioni hanno ottenuto favorendo e sfruttando l'inappropriatezza e l'illegittimità organizzativa

La sentenza, per il sindacato, è la migliore risposta a quanti si preparano a chiedere, in vista del rinnovo del Ccnl, un uso intensivo e senza limiti del tempo lavoro dei professionisti, scontando la carenza presente e futura di medici come un dato ontologico della sanità italiana. La sicurezza di cittadini ed operatori è un valore non negoziabile. Assunzioni subito, se si ha a cuore il destino della sanità pubblica, conclude. 

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