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Presidio infermieri Uneba Lombardia: contratto scaduto da 4 anni

di Redazione

Si è svolta lunedì 16 settembre la giornata di sciopero, proclamato dalle organizzazioni sindacali dopo lo stato di agitazione, in tutte le strutture sanitarie lombarde che applicano il contratto collettivo nazionale di lavoro Uneba (Unione nazionale istituzioni e iniziative di assistenza sociale), Ente del Terzo Settore il cui CCNL, che coinvolge circa duemila operatori sanitari di Rsa e Rsd, è scaduto da oltre quattro anni. Per sottolineare la mancata volontà al rinnovo contrattuale dopo 17 mesi di trattative, i sindacati hanno organizzato un presidio davanti alla sede regionale di Uneba cui hanno partecipato infermieri, fisioterapisti, educatori ed operatori sociosanitari milanesi e bergamaschi.

Sciopero Uneba: operatori sanitari lombardi in protesta per il contratto

Questa è una protesta che, viste le necessità assistenziali e la carenza e la difficoltà di reperimento di personale formato, l'associazione datoriale di Uneba avrebbe potuto benissimo evitare, spiegano in una nota congiunta Fp Cgil, Cisl Fp, Fisascat Cisl, Uil fpl e Uiltucs Bergamo.

Le trattative sono andate avanti per oltre un anno e mezzo ma la controparte non ha fatto altro che perdere tempo, mentre l'inflazione erodeva il potere di acquisto dei salari, precisano.

Alla fine Uneba ha proposto 50 euro di aumento, incremento inaccettabile. Con retribuzioni così inadeguate, si è voluto a tutti i costi far arrivare alla mobilitazione creando, oltre ai disagi all'assistenza, un'ulteriore perdita economica ai lavoratori, denunciano.

In un comunicato diffuso nei giorni scorsi Uneba aveva espresso sorpresa in merito alla proclamazione dello sciopero in quanto si era detta disponibile, anche nell'ultimo recente incontro con i sindacati, alla prosecuzione della trattativa ed aveva altresì proposto ulteriori soluzioni economiche e di adeguamento normativo.

In quell'occasione Uneba ha ribadito la volontà di rinnovare il contratto in tempi rapidi, tenendo conto dei desiderata dei lavoratori e della sostenibilità per i nostri enti, con la disponibilità a cogliere dei punti della piattaforma di rinnovo sindacale, come maternità e trattamento economico progressivo (Tep), a fronte dell'inserimento delle clausole di salvaguardia per i territori in difficoltà.

Così il presidente nazionale Uneba, Franco Massi e Alessandro Baccelli, segretario generale Uneba che, anche in vista dello sciopero, avevano ribadito la loro disponibilità ad erogare un acconto sui futuri incrementi salariali come risposta per dare un primo riscontro economico ai lavoratori.

Uneba è disponibile a ragionare di incrementi a partire da 100 euro mensili, rimarcano sottolineando che già nel comunicato del 22 maggio era stata riaffermata la volontà di continuare il confronto volto a giungere al rinnovo del Ccnl affrontando sia i tempi presentati dalle organizzazioni sindacali sia quelli evidenziati dalla delegazione dell'Ente.

Essi prevedono un potenziamento della contrattazione di secondo livello, la valorizzazione di forme di welfare contrattuale a partire dalla previdenza integrativa, la revisione dell'articolato per tenere conto dei cambiamenti legislativi e delle evoluzioni nel nostro settore, la rimodulazione di alcuni istituti contrattuali per ridurre le distanze dagli altri Ccnl del comparto socioassistenziale, chiariscono.

Questo passaggio consentirebbe di poter giungere ad una positiva conclusione del confronto sindacale per il rinnovo del Ccnl, per il quale ci siamo resi disponibili a concordare una decorrenza di vigenza 2020-2025, come richiesto da parte sindacale, fanno sapere i legali rappresentati dell'Ente.

La proclamazione dello sciopero, pur non rappresentando oggettivamente un segnale di apertura al dialogo, non farà venire meno la disponibilità da parte di Uneba pur nella consapevolezza delle diverse legittime posizioni sindacali e datoriali, avevano assicurato alla vigilia della protesta.

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