Con un impegno di 58 milioni di euro la Regione promette di stabilizzare i 1.137 infermieri e operatori socio-sanitari con il contratto Covid in scadenza e in possesso dei requisiti. L’iter partirà da luglio 2022 e si concluderà entro il 2023 seguendo la scadenza dei contratti. Il governatore Cirio: Segno di riconoscenza e rispetto, ma gli operatori arricchiscono la nostra sanità
. Intanto i sindacati chiedono garanzie sull’accordo e incalzano sull’aumento dei tetti di spesa.
Stabilizzazione infermieri e Oss precari Covid Piemonte, intesa vicina
L’accordo tra le parti non è ancora chiuso, ma l’auspicio è che vada tutto a buon fine, con la Regione Piemonte che rispetti l’impegno assunto nei confronti di Fials, Nursing Up, Usae, Cigl, Cisl, Uil: stabilizzare con le risorse regionali – a cominciare dal prossimo luglio ed entro il 2023, seguendo la scadenza contrattuale – i 1.137 infermieri e Oss con il contratto Covid in scadenza e in possesso dei requisiti.
Per un impegno complessivo pari a 58 milioni di euro. L’intesa è in fase di definizione (la volontà: chiudere entro questo mese), con i sindacati che chiedono un incremento dei tetti di spesa e presentano una serie di proposte.
Vogliamo un futuro
, Regione Piemonte, investi sul domani della sanità
, Rappresentiamo il futuro migliore dell’Italia
: sono alcuni dei cartelli degli operatori della sanità esposti lo scorso 21 aprile sotto la sede del Consiglio regionale, a Torino, per chiedere la stabilizzazione dei precari e le proroghe contrattuali. Una mobilitazione, promossa da Cgil, Cisl e Uil di concerto con Nursing Up, Fials e Fsi, nel corso della quale una delegazione era stata accolta dal governatore Alberto Cirio e dall’assessore alla Sanità, Luigi Icardi. Poche ore prima, il presidente della Regione aveva tuonato: In Italia si sono trovati miliardi di euro per le armi in tempo zero; i soldi si devono trovare anche per la salute e per la sanità
.
Ad oggi sono circa 5mila i lavoratori reclutati dal sistema sanitario piemontese per fronteggiare l’emergenza pandemica. Coloro che entro giugno 2022 hanno maturato 18 mesi di servizio – di cui almeno un terzo nel periodo tra il 31 gennaio 2020 e il 30 giugno di quest’anno – si possono stabilizzare, secondo il piano della Regione. Per chi invece non fa parte delle categorie professionali in possesso dei requisiti richiesti per normativa, l’intento comune – illustrano ancora il governatore Cirio e l’assessore Icardi – è di individuare un percorso normativo e finanziario per assicurare il più possibile la proroga dei contratti. La priorità, certamente, interessa i sanitari
. Soprattutto gli infermieri, in Piemonte, rappresentano una “merce” sempre più rara.
Il presidente della Regione non ha dubbi: È anche di un segno di riconoscenza e rispetto, poiché ci hanno salvato nel corso della pandemia, ed è un arricchimento della sanità piemontese, che da precari fa diventare stabili 1.137 nuove unità
. Mentre sugli altri precari – conclude - proseguiamo l’interlocuzione con il governo
. Ad ogni modo, il Piemonte resta sempre in attesa delle risorse (si parla di circa 360 milioni) promesse da Roma per la copertura delle spese Covid. Una possibilità è ottenere il placet a sottoscrivere un mutuo decennale, oppure assicurarsi un’assegnazione diretta. Con ulteriori risorse, per 58 milioni complessivi, che stanno giungendo da fonti di finanziamento statale.
Ma l’idea di ricorrere a fondi nazionali trova dubbiose le organizzazioni sindacali. Che, insistendo sull’aumento dei tetti di spesa, spiegano: Abbiamo chiesto delucidazioni in merito allo strumento giuridico che si vuole utilizzare, anche prevedendo incrementi progressivi tra i due e i tre anni
. Ritenendo, altresì, che è ora il momento per trovare i soldi. C’è un accordo che prevede la stabilizzazione dei precari entro il 2022. Si rispetti, è indispensabile. Se lasciamo a casa questi lavoratori non solo riusciremo a farli scappare in altre regioni e non li avremo nel caso in cui dovesse riaccendersi la pandemia, ma rischieremo pure che con il Pnrr si faccia edilizia sanitaria senza avere il personale per aprire le sedi
, chiosa Giorgio Airaudo, segretario generale della Cgil Piemonte.
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