Partiti oggi, giovedì 16 gennaio, al ministero della Salute e per iniziativa del ministro Roberto Speranza i lavori della Consulta delle professioni sanitarie e sociosanitarie e dell'Osservatorio contro la violenza sugli operatori sanitari. Tra i temi più rilevanti sul piatto, l'iter del disegno di legge antiaggressioni: La violenza contro chi lavora nel comparto salute è inaccettabile - ha dichiarato Speranza - Lo Stato deve dare una risposta forte sia sul piano culturale che su quello della sicurezza
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Ddl aggressioni, Speranza: a febbraio sarà calendarizzato alla Camera
Buone notizie sul fronte della violenza contro gli operatori sanitari.
Il ministro della Salute Roberto Speranza si è impegnato ad accelerare i lavori parlamentari alla Camera sul disegno di legge già approvato al Senato, ma se il parlamento non darà in fretta i risultati attesi anche a procedere con una iniziativa governativa. E si è dichiarato d’accordo a lavorare molto sulla cultura di pazienti e operatori
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Così Barbara Mangiacavalli, presidente della Federazione nazionale degli Ordini delle professioni infermieristiche (Fnopi), a margine dell'incontro di insediamento della Consulta delle professioni sanitarie e sociosanitarie e dell'Osservatorio contro la violenza sugli operatori sanitari.
Non dimentichiamo – ha spiegato Mangiacavalli – che quella infermieristica è una delle professioni più coinvolte e a rischio: In base ai dati rilevati dall’Università di Tor Vergata di Roma si può dire che circa 240mila infermieri su 270mila dipendenti durante la loro vita lavorativa hanno subito una qualche forma di violenza, sia pure solo una aggressione verbale. Delle aggressioni denunciate secondo l'Inail (ma molte sono quelle non denunciate, almeno 6-8 volte tanto) il 46% sono a infermieri (sono i primi a intercettare i malati al triage, a domicilio ecc. e quindi i più soggetti). Quindi le aggressioni agli infermieri sono circa 5.000 in un anno (anche se spesso quelle verbali non si vedono e non le denuncia nessuno), 13-14 al giorno in media
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Ruolo degli Ordini tra i temi di lavoro della Consulta
Tema immediato di riflessione della Consulta il ruolo delle Federazioni nella loro veste di enti sussidiari dello Stato, per essere di supporto alle politiche dell’assistenza mantenendo per ogni Federazione la piena titolarità della propria politica professionale.
Un’iniziativa – sottolinea Mangiacavalli - che da subito ha dato il senso dell’attenzione del ministro alla politica professionale e che è partita nel giusto verso di definire con chiarezza il ruolo degli ordini dopo la legge 3/2018 (regolamenti, mandati, ecc.) e la necessità di lavorare su tre tracce fondamentali illustrate dal ministro, utili allo sviluppo del Servizio sanitario nazionale: rivedere i modelli di programmazione economica, il rapporto ospedale territorio e dare impulso alla sanità digitale
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Altro tema rilevante su cui le professioni lavoreranno insieme – ha aggiunto – è quello trasversale della formazione. Si tratta di argomenti che la Fnopi condivide e sui quali anzi sottolinea la necessità di massima integrazione, soprattutto per quanto riguarda la gestione e le opportunità rispetto alla sanità digitale e alle interconnessioni tra professioni in un quadro di reale multidisciplinarietà
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Formazione e sanità digitale priorità della Consulta
Programmazione della spesa, con il superamento dei silos e dei tetti chiusi; rapporto tra ospedale e territorio, inteso quest'ultimo come luogo che dovrà prendersi sempre più 'cura' delle cronicità; formazione continua dei medici, con una riforma che punti ad una maggiore qualità; sanità digitale, settore da implementare per portare il Servizio sanitario nazionale verso il futuro.
Sono questi, in sintesi, gli argomenti affrontati nel corso della prima riunione della Consulta permanente delle professioni sanitarie e socio-sanitarie. A fare il punto con la stampa, al termine della riunione, il ministro della Salute, Roberto Speranza: È la prima volta che questo tavolo si riunisce - ha spiegato il ministro - e ritengo questa consulta molto rilevante. Ne fanno parte sostanzialmente tutti gli ordini professionali che hanno a che fare con il comparto salute. Da parte di questi operatori c'è grande disponibilità a dare una mano per costruire una riforma del Servizio sanitario nazionale, di cui c'e' bisogno, e un elemento di spinta molto forte a sostegno dello stesso
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Speranza ha poi ribadito che c'è piena condivisione e sintonia sull'obiettivo di fondo, che è quello di rendere più forte il Servizio sanitario nazionale, ma per renderlo tale concordiamo sul fatto che ci vogliono più risorse: bisogna continuare ad investire, come abbiamo iniziato a fare in manovra di Bilancio, e chiudere la stagione dei tagli
. Ma per il ministro non bastano i soldi
e c'è bisogno anche di riforme
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