Ubriachi aggrediscono un’infermiera al pronto soccorso dell’ospedale Maggiore di Parma. È successo l’altra notte, quando una coppia, forse stanca di aspettare, se l’è presa con la professionista sanitaria di turno.
Coppia sfonda una porta e aggredisce l’infermiera di turno
L’episodio è avvenuto domenica sera intorno alle 21.30 all’ospedale Maggiore di Parma. La coppia, un uomo di 41 anni e una donna di 38, sono arrivati in pronto soccorso, dopo che l’uomo era già stato visitato nel pomeriggio.
Ancora una volta alla base dell’aggressione c’è l’impazienza dei due. Stanca di aspettare, la coppia, visibilmente in stato di ebbrezza, ha cominciato a inveire contro il personale in servizio. A un certo punto i due hanno anche preso a calci una porta e l’hanno sfondata. Di lì a poco sono passati alle mani con un’infermiera, strattonandola e spintonandola.
Sul posto è intervenuta la polizia. La Volante ha immediatamente identificato gli aggressori e li ha caricati in auto. Il tutto non senza difficoltà. La coppia infatti se l’è presa anche con gli agenti. Alla fine, i poliziotti sono riusciti a portare i due in questura. Dove sono stati denunciati per resistenza a pubblico ufficiale, danneggiamento e aggressione alla professionista sanitaria in servizio. La donna, per fortuna, non ha riportato lesioni.
Non è la prima volta, purtroppo, che accadono fatti del genere. Anzi le aggressioni al personale sanitario stanno ormai diventando all’ordine del giorno. Tanto che il ministro della Salute Giulia Grillo sta lavorando a un ddl apposito che inasprisca le pene. Intanto, in molti ospedali si pensa a videocamere di sorveglianza, guardie giurate in servizio h24 e altri sistemi per la protezione dei propri operatori. C’è anche un progetto, dal nome Araba Fenice, che intende informare e formare il personale sanitario in caso di aggressione. Una sorta di programma di difesa personale, che spiega agli infermieri come difendersi e come comportarsi di fronte a probabili aggressori. La maggior parte delle violenze avviene in pronto soccorso, dove i pazienti e i familiari spesso non reggono allo stress dell’attesa e sfogano la loro rabbia proprio contro chi li sta aiutando. Fortunatamente, secondo un recente studio, poco meno di un terzo degli infermieri ha avuto bisogno di cure mediche a causa di un’aggressione (31%), con prognosi fino a 5 giorni (13%), da 5 a 15 giorni (11%) o superiore a 15 giorni (6%).
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