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Infermiere di famiglia, Costa: figura di riferimento

di Redazione Roma

Il sottosegretario alla Salute, rispondendo all’interrogazione di Carnevali (Pd): L’infermiere di famiglia/comunità sarà una delle figure professionali di riferimento. Anche per questa ragione viene rimarcato il massimo impegno del Ministero della Salute per allineare l'offerta formativa al fabbisogno espresso.

Carenza infermieri, verso allineamento offerta formativa e fabbisogno

Nell’ambito del nuovo modello organizzativo della rete di assistenza sanitaria territoriale previsto dalla Missione 6 del Piano nazionale di ripresa e resilienza emerge in modo significativo il ruolo dell’infermiere di famiglia/comunità. Parole, queste del sottosegretario alla Salute, Andrea Costa – rispondendo in commissione Affari Sociali alla Camera all’interrogazione sul tema presentata da Elena Carnevali (Pd) – che seguono le dichiarazioni del sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri, che in Commissione Sanità al Senato – nel rispondere all’interrogazione sul tema presentata dalla senatrice Paola Boldrini (Pd) – ha parlato della centralità del ruolo dell’infermiere di famiglia/comunità sia negli ambiti delle Case della Comunità sia nello sviluppo del sistema dell’assistenza domiciliare.

Anche per questo motivo – ha ripreso Costa – ribadisco il massimo impegno del Ministero della Salute con l’obiettivo di allineare l’offerta formativa al fabbisogno espresso, anche tenuto conto della prossima riforma della assistenza territoriale. Figura professionale di riferimento, l’infermiere di famiglia/comunità si impegnerà a promuovere in modo proattivo il contatto con la persona che presenta un bisogno di salute nell’ambito della comunità in cui opera, nonché a fornire una serie di prestazioni assistenziali in ambito ambulatoriale, domiciliare e a livello comunitario.

Il sottosegretario Costa ha ricordato che l’ammissione ai corsi di laurea ad accesso programmato nazionale e in particolare ai corsi di laurea delle professioni sanitarie, è disciplinata dalla legge 2 agosto 1999 n. 264 (“Norme in materia di accesso ai corsi universitari”). Numeri alla mano, è stato evidenziato che a partire dall’anno accademico 2017/2018 – per arrivare a quello 2021/2022 – il numero di posti per le immatricolazioni al corso di laurea in infermieristica è cresciuto complessivamente di oltre il 20%. L’aumento maggiore si è registrato proprio nell’anno accademico in corso, laddove il numero degli accessi disponibili è stato pari a 17.394 unità (più 264 per infermieristica pediatrica), ovvero 1.394 posti in più rispetto all’anno accademico precedente (+9% nell’arco di un solo anno).

Ciononostante, nello stesso arco temporale – in considerazione degli eventi legati alla pandemia da Covid-19 nonché alla riorganizzazione del Servizio sanitario nazionale mediante un ruolo sempre più centrale del territorio e della figura dell'infermiere – il fabbisogno espresso dalle Regioni, ai sensi dell’art. 6 (“Rapporti tra Servizio sanitario nazionale ed Università) del decreto legislativo n. 502/1992 “Riordino della disciplina in materia sanitaria” – è aumentato di oltre il 67%. Un aumento che, seppur progressivo negli anni precedenti, è imputabile in ampia parte all’incremento registrato nell’ultimo anno, pari a +8.297 unità (da 15.201 unità dell’anno accademico 2020/2021 a 23.498 unità per l’anno accademico 2021/2022, ovvero +55% in termini percentuali).

Il sottosegretario Costa ha precisato però che mentre dall’anno accademico 2017/2018 all’anno accademico 2020/2021 il numero di posti definiti in base ai decreti del Ministero dell’università e della ricerca, pari all’intera capacità formativa degli atenei, è stato sempre superiore al fabbisogno espresso dalle Regioni, per l’anno accademico in corso la capacità formativa delle università non si è rivelata sufficiente a coprire interamente il fabbisogno determinato con l’accordo tra il Governo, le Regioni e le Province Autonome di Trento e Bolzano del 4 agosto 2021: a fronte di un fabbisogno espresso pari a 23.498 unità i posti disponibili, in ragione della capacità formativa degli Atenei, infatti, sono stati pari a 17.394 unità (la differenza, tra fabbisogno e posti, è pari a 6.104 unità).

Ragione per cui il Ministero si è prontamente attivato con il Mur per la costituzione di un tavolo, con il coinvolgimento anche delle Federazioni nazionali degli Ordini delle professioni sanitarie, dei rappresentanti delle Regioni e dei presidenti dei corsi di laurea delle professioni sanitarie, inclusa quella infermieristica, per definire una congrua e condivisa programmazione degli accessi ai corsi di laurea e per assicurare che l’offerta formativa, in termini di risorse, docenti e strutture, possa effettivamente adeguarsi alle nuove esigenze manifestatesi nel tempo, la conclusione espressa.

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