Le ferie estive sono alle porte, ma la carenza di infermieri è un vero e proprio allarme nel nostro paese (rispetto alla media Ocse l'Italia ha 2 infermieri ogni 1.000 abitanti in meno, che si tradurrebbe in base alla popolazione Istat a inizio 2022 in una carenza di quasi 118mila infermieri). La situazione si aggrava con l'arrivo dell'estate: da un lato, infatti, c'è il rischio di impedire ai lavoratori di godere delle ferie (in alcuni casi anche arretrate) e, dall'altro, di non procedere con nuove assunzioni che diano respiro ai professionisti stremati. È la preoccupazione di Giampaolo Giannoni, coordinatore regionale NurSind Toscana, che sottolinea: Le aziende sbagliano se credono di poter risolvere con il personale a disposizione
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All'appello mancano centinaia di infermieri. Nursind: servizi a rischio
L’estate è alle porte e come ogni anno tornano i problemi legati alle sostituzioni per il personale sanitario in ferie: all’appello mancano alcune centinaia di infermieri e i disagi riguardano l’intero territorio regionale.
La denuncia arriva dal NurSind, il sindacato delle professioni infermieristiche, che lancia l’allarme in vista delle ferie estive: La situazione è drammatica - spiega il coordinatore regionale Giampaolo Giannoni -.
A eccezione dell’Asl Sud-Est, che sta assumendo 50 infermieri a tempo indeterminato, 100 interinali e 28 Oss, le altre aziende sanitarie puntano a garantire il servizio con le forze a disposizione o con minimi innesti di personale, ricorrendo alle cosiddette ‘aggiuntive’
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Si tratta di prestazioni lavorative supplementari che il personale sanitario può effettuare soltanto rinunciando al proprio giorno libero, visto che le norme contrattuali sull’orario di lavoro impongono undici ore di riposo tra un turno e l’altro. I pochi concorsi per le assunzioni a tempo determinato, inoltre, vengono banditi proprio in questi giorni ed è facile immaginare che fino a metà luglio non sarà possibile avere il personale in corsia
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Seguendo una prassi che va avanti ormai da anni, nelle prossime settimane le aziende sanitarie chiuderanno alcuni reparti, concentrando il personale in quelli che rimarranno aperti. Una scelta, secondo il sindacato delle professioni infermieristiche, che ricadrà anche sui Pronto soccorso, a rischio collasso per l’incapacità di liberare posti letto per accogliere nuove persone.
Previsioni tutt’altro che rosee anche a Careggi, conferma Giannoni. Già adesso - spiega - si registrano situazioni molto critiche, con personale allo stremo, ricorso massiccio alle prestazioni aggiuntive e persino problemi a effettuare i corsi obbligatori previsti dalla legge sulla sicurezza sul lavoro per i dipendenti. Il tutto senza dimenticare le difficoltà che vengono poste per il rilascio del nulla osta alla mobilità, anche in compensazione, nonostante le precise indicazioni regionali in merito
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