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Chieti, aggredite due infermiere in Pronto soccorso

di Pino de Martino

Ancora infermieri aggrediti. Questa volta al pronto soccorso dell'ospedale SS. Annunziata di Chieti. Il fatto è avvenuto la notte scorsa. Un uomo di 51 anni, che pretendeva di essere ricoverato per sottoporsi ad alcuni controlli. Una richiesta già avvenuta più volte, forse per assicurarsi un letto e qualcosa da mangiare.

Due infermiere aggredite sul lavoro al Ps di Chieti

Il mancato riscontro da parte del personale del pronto soccorso ha scatenato l'energumeno. A farne le spese due infermiere. Una, 44 anni, viene scaraventata a terra e riporterà la frattura di due costole. L’altra, 33 anni, viene strattonata sino a che non arriva uno dei pazienti in attesa, che mette fine alla violenta crisi di nervi.

Le istituzioni competenti identifichino i fattori di rischio per la sicurezza del personale e pongano in essere le strategie organizzative, strutturali e tecnologiche più opportune

Sul posto sono intervenuti poi gli addetti alla vigilanza e poco dopo le forze dell’ordine. L’aggressore, alle prese con problemi psichiatrici legati anche alla dipendenza da alcol e droga, è stato sottoposto ad un trattamento sanitario obbligatorio (Tso).

Al riguardo l’Ordine degli infermieri della provincia di Chieti, nell’esprimere solidarietà alle due operatrici aggredite, lancia una dura condanna in riferimento a quanto accaduto. Le istituzioni competenti identifichino i fattori di rischio per la sicurezza del personale e pongano in essere le strategie organizzative, strutturali e tecnologiche più opportune chiede Cicolini, ricordando che in ambito sanitario e sociosanitario le aggressioni fisiche hanno raggiunto il 48% e il 27% degli operatori, in particolare nei servizi di emergenza-urgenza e nelle strutture psichiatriche.

Esprimo a nome della giunta regionale la mia più totale vicinanza e solidarietà alle due operatrici sanitarie aggredite nel presidio di Chieti, ha detto l'assessore alla programmazione sanitaria Silvio Paolucci.

Il Pronto soccorso da sempre, in tutti i sistemi regionali - dice Paolucci - è il luogo più esposto nel rapporto con la cittadinanza, in quanto gli operatori devono gestire rapporti caratterizzati da una condizione di forte emotività e lo fanno sempre con straordinaria professionalità, anche se questo a volte non riesce ad azzerare del tutto il rischio di trovarsi un aggressore con problemi psichiatrici o di dipendenza patologica. Come Regione stiamo mettendo in campo, con risorse aggiuntive di 8 milioni per l'annualità in corso, interventi per ridurre il fenomeno della carenza di personale per i servizi in aree assistenziali di maggiore attività.

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