I Nas ipotizzano una truffa da 7 mila euro. In tre mesi sono state scoperte oltre 170 condotte illecite. L’assenteismo sarebbe avvenuto durante l’orario di servizio (ma anche nei periodi di malattia) per effettuare prestazioni in assistenza domiciliare. Ai danni dell’Azienda ospedaliera provinciale reggina.
Asp Reggio Calabria, indagati 49 infermieri per truffa e falso
Truffa aggravata e falsità materiale: sono questi i reati contestati a 49 dipendenti dell’Azienda ospedaliera provinciale di Reggio Calabria, ai quali i Carabinieri del Nas del capoluogo dello Stretto hanno notificato un avviso di garanzia.
La Procura della Repubblica presso il Tribunale di Palmi – sostituto procuratore Rocco Cosentino – ha così concluso le indagini dell’inchiesta “Johnny” che, supportata da un’approfondita e circoscritta analisi, avrebbe fatto emergere come da febbraio a maggio 2018 il personale infermieristico delle strutture ospedaliere di Gioia Tauro, Palmi, Polistena, Oppido Mamertina e Taurianova si sarebbe assentato durante l’orario di servizio.
Per quale ragione? Per effettuare prestazioni in assistenza domiciliare integrata, svolgendo – in alcuni casi – la stessa attività anche durante i permessi per assentarsi dal servizio per motivi familiari, sindacali oppure per incarichi pubblici presso altri enti. E ancora (addirittura) durante periodi di malattia.
Inoltre, lo scorso maggio numerosi indagati, appreso che il Distretto sanitario stesse eseguendo una serie di accertamenti sul pagamento delle indennità – e grazie alla presunta complicità degli addetti dell’Adi di Palmi – avrebbero falsificato sia gli orari sia i dati delle schede inerenti prestazioni eseguite in maniera illecita, così da celare la sovrapposizione con l’orario di servizio a seguito della timbratura badge.
Numeri alla mano, nell’arco di tre mesi sarebbero state scoperte oltre 170 condotte ritenute illecite con la percezione – considerata anch’essa indebita – di indennità legata all’assistenza domiciliare integrata per un totale di circa 7 mila euro (il tutto ai danni dell’Azienda ospedaliera provinciale reggina).
Da Reggio Calabria a Cosenza, dove a inizio 2021 la direttrice del Centro di salute mentale dell’ospedale di Castrovillari è stata sottoposta alla misura dell’interdizione dall’esercizio di un pubblico servizio per un anno e le sono stati sequestrati 10.300 euro con l’accusa di assenteismo. Il provvedimento è stato emesso dal gip Luca Colitta a seguito degli accertamenti svolti dalla guardia di finanza e su richiesta della Procura.
Da osservazioni, riprese video ed esame della documentazione acquisita all’Asp di Cosenza – nonché a seguito dell’analisi dei tabulati telefonici – gli investigatori hanno accertato infatti che nel periodo considerato (2018-2020) la dottoressa (indagata per truffa aggravata ai danni dello Stato e fraudolenta attestazione della presenza in servizio) si sarebbe assentata dal luogo di lavoro, attestando falsamente la presenza in servizio per un totale di circa 186 ore. In particolare, secondo l’accusa, la donna usciva dall’ufficio per recarsi a fare la spesa, per esigenze di carattere personale oppure (in un caso) per andare a sporgere denuncia in un ufficio di polizia, in rapporto ad una vicenda di natura privata.
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