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Uniti disarmiamo la camorra

di Redazione

Medici, infermieri, sindacalisti, esponenti politici. Tutti riuniti sul grande scalone del cortile dell'Ospedale Pellegrini per gridare "disarmiamo la camorra". Il flash mob si è svolto nello stesso cortile dove lo scorso 16 maggio un giovane è entrato in Pronto soccorso in piena notte con una pistola in mano, esplodendo cinque colpi in direzione di un altro ragazzo, appena ricoverato per essere stato colpito da due pallottole alla gamba.

Spari in ospedale Napoli, flash mob al Pellegrini per dire no ai clan

Sono trascorsi 10 giorni da quella notte in cui la camorra ha fatto irruzione nelle vite di tutti noi, anche di coloro che stamattina non sono qui.

Dieci giorni fa un sicario - armato - ha violato le nostre vite, aprendo il fuoco. Così Ciro Verdoliva, commissario straordinario dell'Asl Napoli 1, durante il flash mob organizzato all'ospedale dei Pellegrini per dire "no alla camorra".

Quei proiettili - prosegue Verdoliva - sparati con la ferocia di chi non ha alcun rispetto per la vita, potevano uccidere chiunque: una delle guardie, un autista, un operatore sociosanitario, un infermiere, un medico. Un cittadino in visita ad un congiunto o qui per farsi curare.

I 20.000 i infermieri, che rappresento, sono Professionisti esperti nel prendersi cura delle persone dal nascere alla morte, presenti h 24. I fatti a cui stiamo assistendo sono di una gravità unica, non possono lasciare indifferenti nessuno, perché tutti sono coinvolti.

Chi lavora negli Ospedali e in tutti i luoghi di cura è li per salvare vite umane. I nostri Professionisti studiano e si preparano per intervenire con elevate competenze in situazioni difficili, si pongono al fianco del cittadino per rispondere ai suoi bisogni di salute; non hanno studiato arti marziali per difendersi dalle aggressioni dei cittadini o pseudo tali.

Oggi vogliamo ripartire da questo luogo sacro per dire Mai più violenza contro gli Infermieri, contro i Medici e gli Operatori Sanitari tutti!

Chiediamo la costituzione di un tavolo permanente, per un approccio condiviso al problema, perché crediamo nella forza dell’Unità.

Rivolgo, infine, un appello ai giornalisti affinché ci aiutino a veicolare messaggi positivi e rassicuranti, siamo stanchi di campagne denigratorie che mettono alla gogna i nostri Professionisti o lasciano nell’indifferenza la nostra famiglia professionale.

I nostri pazienti si salvano se ci sono équipe di medici e infermieri bravi e competenti che lavorano in condizioni di sicurezza.

Da anni - sottolinea Silvestro Scotti, presidente dell'ordine dei Medici di Napoli - ci spendiamo nella battaglia contro la violenza ai danni di chi indossa un camice. In questi giorni l'Ordine ha lanciato una campagna social di educazione sanitaria la cui idea è quella di affrontare anche questo tema, per aiutare i cittadini a comprendere che ogni aggressione ad un medico è un'aggressione al diritto alla salute.

Dopo quest'ultimo barbaro episodio di violenza in ospedale - aveva commentato, poche ore dopo l'accaduto, Ciro Carbone, presidente dell'Ordine degli Infermieri (Opi) di Napoli - confidiamo che Prefetto, Questore e forze di polizia decidano finalmente di intervenire per assicurare la dovuta sicurezza ai cittadini, agli infermieri, ai medici e a quanti operano negli ospedali per garantire assistenza sanitaria.

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