Basta con le aggressioni, basta con condizioni di lavoro ad alto rischio psico-fisico, basta con una sanità che abbandona al proprio destino pazienti e sanitari
. Così Anaao Assomed–Cimo Fesmed e Nursing Up in un comunicato congiunto commentando la manifestazione che si è svolta a Foggia lunedì 16 settembre alla quale hanno partecipato centinaia di sanitari. È stata una forte e sincera testimonianza di solidarietà di un'intera categoria professionale verso i colleghi aggrediti vigliaccamente la scorsa settimana al Policlinico Riuniti, ma anche verso tutti coloro che ogni giorno, negli ospedali di tutta Italia, sono il bersaglio di una rabbia insensata
, spiegano in una nota Pierino Di Silverio, segretario nazionale Anaao Assomed, Guido Quici, Presidente nazionale Cimo-Fesmed e Antonio De Palma, Presidente Nursing Up.
Sanità in crisi, medici e infermieri di nuovo in piazza a Roma il 20 novembre
Non possiamo restare immobili di fronte allo sgretolamento del sistema di cure pubbliche e alla fuga di migliaia di colleghi
, dichiarano i tre rappresentanti di medici ed infermieri annunciando che l'azione sindacale non si ferma a Foggia ma continuerà a Roma dove il prossimo 20 novembre si scenderà ancora in piazza per denunciare le condizioni in cui lavorano migliaia di professionisti sanitari.
I medici, i dirigenti sanitari, gli infermieri e le professioni sanitarie ex legge 43/2006 vogliono risposte, vogliono tornare ad essere il fulcro delle cure, vogliono continuare a curare ma in sicurezza – precisano -. La sanità rappresenta uno dei pilastri dello stato sociale e come tale richiede investimenti, riforme, collaborazione
, sottolineano anticipando che sarà proclamato lo stato di agitazione, seguito dall'astensione dal lavoro, se le loro rivendicazioni, precise ed inderogabili, non saranno soddisfatte.
Le richieste dei sindacati
Le tre sigle sindacali chiedono di depenalizzare l'atto medico, rendere gli ospedali luoghi sicuri, adottare seri provvedimenti tesi ad arrestare l'escalation delle aggressioni nelle strutture sanitarie.
Chiedono altresì di riconoscere il carattere usurante delle professioni assistenziali, rendere appetibili le professioni sanitarie con un piano di assunzioni che limiti il disagio e di investire nel Servizio Sanitario Nazionale non solo con finanziamenti, ma anche con leggi che ne consentano il rilancio.
Chiedono infine di riformare le cure ospedaliere e quelle territoriali, di contrattualizzare gli specializzandi, di defiscalizzare l'indennità di specificità medica e raddoppiare quella infermieristica, estendendola anche alle ostetriche nonché di aumentare le retribuzioni prevedendo finanziamenti adeguati per il rinnovo dei contratti, anche per i sanitari dell'ospedalità privata, riconoscendo e distinguendo le risorse destinate alle specificità sanitarie.
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