Nurse24.it
chiedi informazioni

Annalisa, Infermiera in ambulanza

di Angelo

ROMA. In generale posso dire che l'infermiere, arrivato sul posto, fa un'anamnesi del paziente, si informa su segni e sintomi del malore ovviamente potendo dare, data la professionalità che gli infermieri hanno e soccorritori laici non hanno, un'interpretazione più professionale rispetto a quella di un soccorritore nei riguardi di ciò che è successo al paziente, guarda e valuta eventuale documentazione medica (magari recenti ricoveri o altro), valuta le terapie già in atto (il tutto per farsi un'idea il più precisa possibile del pz).

Se necessario incannula una vena e somministra fisiologica o altre infusioni, attacca il multiparamentrico per interpretare i dati... sia in caso di malore che di incidente collabora per preparare il pazienze al trasporto (sia il semplice posizionamento su sedia sia l'estricazione complessa... insomma, sempre!)... decide se far intervenire l'automedica (ma quello lo facciamo anche noi quando usciamo in equipaggio di soli soccorritori...) e decide il codice di rientro (cosa che in equipaggio di soli soccorritori decide il caposquadra).

“Il desiderio di affrontare nuove sfide, ma anche la possibilità d’imparare dai colleghi (l’affiancamento e il ruolo dei tutors, in questi casi, è fondamentale). Oggi esistono molti master e la possibilità di una preparazione universitaria di altissimo livello, ma restano irrinunciabili il continuo aggiornamento e un efficiente scambio d’informazioni, abilità, consigli, l’umiltà di confrontarsi e chiedere a chi ha più esperienza: una pratica, per altro, che arricchisce tanto il neolaureato quanto la “vecchia guardia” diplomata”.

“Da principio estremamente drammatico: nuovi compiti, ruoli, tempistiche e competenze. La prima esperienza è alla centrale operativa, dove il contatto col paziente o i suoi famigliari avviene per telefono. In soli 30 secondi devi riuscire a dar fondo e mettere in pratica tutte tue conoscenze infermieristiche. Devi dare risposte rapide e mirate: il mezzo di trasporto più idoneo, indici di gravità, o la soluzione più adatta a far sì che sul luogo giunga la squadra che ha maggiori possibilità di risultare tempestiva ed efficace, fornire indicazioni e consigli in fase di pre-arrivo. In più è necessario avere una conoscenza approfondita del territorio (luoghi impervi, autostrade, sentieri e tangenziali, tempi di percorrenza verso l’infortunato e gli ospedali). Il tutto nel puntuale e pieno rispetto dei protocolli”.

“Oggi è maggiormente riconosciuta ed apprezzata la nostra professionalità. L’infermiere non intende sostituirsi al medico e quest’ultimo gli riconosce (o così dovrebbe) il suo ruolo. Grazie alla reciproca fiducia è stato possibile superare preconcetti datati e autoreferenziali, fare squadra per il bene del paziente. Questo non toglie che sia fondamentale, l’uno nei confronti dell’altro, dimostrare le proprie capacità nella pratica quotidiana, nel rispetto delle rispettive competenze e abilità”.

Annalisa Giuli, Infermiera dell'emergenza

Scopri i master in convenzione

Commento (0)