Un confronto su un tema di estrema attualità: sono più pericolose le sigarette tradizionali o lo sono meno (o allo stesso modo) le sigarette elettroniche? Una domanda che tutti ci poniamo, soprattutto quando ci capita di vedere per strada una sigaretta elettronica o magari quando un amico la fuma a cena, proprio di fianco a noi, sostenendo che non sia dannosa. Una cosa, però, è emersa chiaramente: i danni che il fumo di sigaretta tradizionale ha fatto e continuerà a fare sono allarmanti e la necessità di governare scientificamente un fenomeno - quello delle sigarette elettroniche - è ormai improrogabile per non rimanere in balìa di pubblicità ingannevoli.
I danni del fumo e della combustione
Nel mondo sono 8 milioni ogni anno le persone che perdono la vita a causa del fumo di sigaretta. Che il fumo faccia male o crei danni irreversibili alla salute è noto a tutti; sono diverse le strategie messe in atto per disincentivare le persone a fumare (come ad esempio le foto shock e le scritte sui pacchetti di sigaretta), fino all’introduzione di leggi che vietano il fumo in luoghi pubblici. Ma tutto questo non ha ancora dato il risultato che si sperava. E allora perché le persone fumano o riprendono a fumare, pur consapevoli del rischio che corrono?
Un confronto aperto sui temi del fumo e di un'informazione corretta e trasparente a favore degli oltre 11 milioni di fumatori italiani, pari al 22% della popolazione
. Consiste in questo il dibattito, centrato sulla differenza tra nicotina e combustione, che si è svolto sabato 24 agosto nell'Arena MeetingSalute del Meeting di Rimini e promosso da Philip Morris Italia (Pmi) con Pmi Science.
Contrariamente a quanto si pensi la nicotina, seppur non priva di rischi e causa di dipendenza, non rappresenta la principale causa delle malattie correlate al fumo, che va invece ricercata nella combustione di tabacco e carta - sottolinea Pmi in una nota - che sprigiona oltre 4.000 sostanze tossiche o potenzialmente tali
.
L'obiettivo dell'incontro è stato quello di chiarire come ottenere risultati tangibili nella lotta al fumo, a partire dal ruolo dei centri anti-fumo
, fare chiarezza sulle principali tecnologie alternative al fumo, come e-cig e prodotti a tabacco riscaldato
e capire se ad oggi il paziente fumatore ha chiare le alternative migliori per abbandonare le sigarette
.
Smettere di fumare
Esistono diversi fattori che spingono le persone a fumare e soprattutto rende alle stesse difficile smettere. Oltre alla dipendenza da nicotina e da tabacco da non sottovalutare è una componente che spesso invece non viene considerata: il piacere di fumare.
Fumando, complice la forma della sigaretta, si stimola con le labbra l’area limbica del cervello che ricorda il primo piacere, la suzione del latte materno - a spiegarlo è Maria Caterina Staccioli - e quindi è necessario sostituire questo piacere, molto semplice e veloce da ottenere, con un altro
.
Ma attenzione: non è sostituendo la sigaretta tradizionale con quella elettronica che si riesce in questo intento, perché anch’essa può portare a dipendenza. Esistono già persone che iniziano il percorso per eliminare le sigarette elettroniche
, ribadisce Staccioli.
Sigaretta elettronica, danno ridotto o modificato
Eliminare il tabacco, la carta e le 400 componenti tossiche delle quali 40 sono dichiaratamente cancerogene. Questa vorrebbe essere la risposta per creare minor danno a chi non riesce a smettere di fumare compensando la dipendenza da nicotina con la vaporizzazione (vaping).
Il risultato dovrebbe portare ad una modifica del rischio cardiovascolare, oncologico e cardio-respiratorio. È una possibilità, ma servono prove certe
, sottolinea Andrea Fontana.
Il rischio, infatti, è che il danno sia solo modificato, perché le sigarette elettroniche - è giusto si sappia - non sono affatto innocue. Il fatto stesso che la nicotina dia dipendenza è assimilabile ad altre sostanze come la cocaina o l’alcol. La differenza essenziale è che non presenta, nei consumatori, effetti che modificano la personalità (cosiddetti psicotossici).
A ricordarlo è Roberto Boffi: Noi abbiamo dimostrato che liberano metalli pesanti, dal riscaldamento della batteria, in particolare il nichel oltre al cromo, l’argento, il piombo che non sono cancerogeni, ma sono irritanti
.
Quindi è ancora troppo presto per dare una risposta. Servono ulteriori studi condotti da unità sanitarie pubbliche e indipendenti e serve che il Sistema Sanitario Nazionale affronti questo argomento e dia delle risposte
, conclude Claudio Alberto Cricelli.
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