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Cure mancate 2020, il IV° report Salutequità

di Redazione

Per rendere effettivamente esigibile il diritto alla salute in ogni angolo del Paese, serve un sistema efficiente, efficace e tempestivo sull'attuazione da parte delle Regioni delle misure volte al recupero delle prestazioni. E in caso di inerzia delle Regioni è necessario prevedere l'esercizio di poteri sostitutivi da parte dello Stato. Così Tonino Aceti, presidente di Salutequità, presenta il quarto report dell'Associazione sulle cure mancate nel 2020.

Salutequità: poteri sostitutivi Stato su cure mancate e fondi non spesi

Nel 2020 oltre 1,3 mln di ricoveri saltati, più di 500mila urgenti

Oltre un milione e 300mila ricoveri saltati, di cui più di 500mila urgenti. Radioterapia, chemioterapia, ricoveri per il tumore alla mammella, ai polmoni, al pancreas, impianto defibrillatori e pacemaker, interventi cardiochirurgici maggiori: il calo nel 2020 è tra il 10 e il 30% a seconda della prestazione. Persino i ricoveri pediatrici sono crollati fino al 50%. E anche i trapianti di organi hanno fatto marcia indietro: -8%.

Uno tsunami annunciato e certificato dal Rapporto 2021 sul Coordinamento della finanza pubblica della Corte dei Conti, snocciolato e analizzato nel Quarto Report di Salutequità, che rischia di generare un'onda lunghissima di patologie gravi e decessi. Abbiamo avuto anche 144,5 milioni di prestazioni specialistiche ambulatoriali in meno, 90 milioni di prestazioni di laboratorio sempre in meno, così come 8 milioni di prestazioni di riabilitazione e 20 milioni di diagnostica - sottolinea Tonino Aceti, presidente di Salutequità, Associazione indipendente per la valutazione della qualità delle politiche per la salute - Ma la cosa più grave è che nonostante la forte riduzione delle prestazioni erogate rispetto al 2019, circa il 67% delle risorse stanziate nel 2020 per il loro recupero non sono state spese dalle Regioni. L'accantonamento delle risorse è stato di circa il 96% nelle Regioni meridionali e insulari, di circa il 54% al Nord e del 45% al Centro.

Finanziare queste misure non basta più - aggiunge Aceti - Per rendere effettivamente esigibile il diritto alla salute in ogni angolo del Paese, serve un sistema efficiente, efficace e tempestivo sull'attuazione da parte delle Regioni delle misure volte al recupero delle prestazioni. In caso di inerzia delle Regioni è necessario prevedere l'esercizio di poteri sostitutivi da parte dello Stato, nonché inserire il recupero delle prestazioni e dell'utilizzo delle relative risorse da parte delle Regioni tra gli indicatori del Nuovo Sistema Nazionale di Garanzia dei Lea. È evidente a tutti che, alla luce della pandemia, indicatori nuovi come questo devono essere introdotti nel Nuovo Sistema di Garanzia, ancora purtroppo fermo ai dati del 2018. Non sarebbe accettabile - conclude il presidente di Salutequità - ritrovarci ancora una volta, a fine 2021, con un livello inadeguato di recupero delle prestazioni e di utilizzo delle relative risorse da parte delle Regioni. Per questo Salutequità è impegnata a modificare l'art. 26 del Decreto Sostegni Bis per dare concretezza e strumenti attuativi che garantiscano l'equità di accesso alle cure.

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