Negli ultimi 30 giorni i contagi sono giunti a 3.929, dunque 130 operatori sanitari si stanno infettando ogni 24 ore. Ed elaborando queste cifre con i dati dell’Inail, emerge che siamo di fronte alla preoccupante media di 107 infermieri al giorno. Nel frattempo Trentino, Friuli e Valle d’Aosta superano la soglia di allerta per l’occupazione di posti letto Covid. Gregori (NurSind Veneto) I colleghi sono allo stremo, tra turni di 7/12 ore al giorno, senza andare in bagno per 10 ore
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ISS: 107 infermieri infettati ogni 24 ore
La quarta ondata pandemica è alle porte e la variante Omicron tiene in apprensione tanti paesi, tant’è che si attendono le prime, forti restrizioni. In Italia, mentre l’ex ministra della Salute, Rosy Bindi, ritiene che nella Legge di Bilancio sulla sanità va tolto il tetto di spesa per il personale. Mancano migliaia di medici, infermieri e altri operatori del comparto
e torna sulla liberalizzazione dei brevetti dei vaccini (È stato dimostrato che i produttori di vaccini incrementano le loro casse di 4 milioni di dollari ogni ora. È accettabile? Si può fare tanto profitto sulla sofferenza delle persone?
), l’Istituto Superiore di Sanità monitora la situazione. E riferisce che negli ultimi 30 giorni i contagi fra gli operatori sanitari sono arrivati a 3.929, ovvero 130 operatori sanitari (con in media 107 infermieri) si stanno infettando ogni 24 ore.
Occupazione posti letto critica in alcune regioni
E nel paese è salita al 9% la percentuale di posti occupati nei reparti ospedalieri da parte di pazienti positivi al Covid-19. In particolare ci sono regioni che – nel corso degli ultimi giorni – sono giunte al limite dell’occupazione dei posti letto. Come nel caso del Trentino, che evidenzia nei suoi numeri un trend in aumento per quanto attiene ai ricoveri (sia per quelli in area medica sia per quelli in terapia intensiva). I dati dell’Agenas attestano l’incremento delle terapie intensive nel corso di novembre: in circa tre settimane si è passati dal 2% dei posti occupati all’8%, un dato che flirta con la soglia limite per restare in zona bianca.
Nel frattempo, chi finirà in giallo dal prossimo lunedì, 6 dicembre, è l’Alto Adige. Soltanto nella giornata di ieri, martedì 30 novembre, si sono registrati 470 nuovi casi Covid. Secondo i dati dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, il numero di posti letto occupati da malati Covid in terapia intensiva è del 12% (tre volte tanto rispetto a 21 giorni fa), mentre il tasso di occupazione dei posti letto non critici è a quota 19%.
Qui è il nuovo inferno: bisogna abituarsi a stringere la mano a persone che il giorno dopo non ci sono più
Situazione articolata – in termini di occupazione dei posti letto – anche in Valle d’Aosta e Friuli Venezia Giulia.
In quest’ultima regione, attraverso una lettera inviata dall’Ospedale di Trieste alla redazione di Repubblica, un infermiere ha descritto così la situazione: Da qualche giorno sono tornato a gestire la terapia semintensiva Covid della Pneumologia di Trieste. Qui è il nuovo inferno: bisogna abituarsi a stringere la mano a persone che il giorno dopo non ci sono più
. Ecco, in che modo continuare a reggere l’urto dei nuovi ingressi? È un aspetto su cui riflettere, considerando che il surplus dei ricoveri da Covid-19 impatta in modo importante sul lavoro svolto quotidianamente, non con poca fatica, dagli infermieri e dai sanitari tutti.
Giorni fa un vero e proprio grido d’allarme è stato lanciato da Andrea Gregori, che rappresenta gli infermieri per il NurSind e lavora in Veneto, con esattezza a Vicenza: Dopo aver trascorso 22 mesi in prima linea copriamo ancora un numero di ore impressionante: dalle 7 alle 12 al giorno, sette giorni su sette. La legge impone due riposi ogni due settimane lavorate e la maggioranza di noi, se li fa, riesce a goderli al dodicesimo giorno
, le sue parole. E fa male sentirlo affermare che tanti colleghi in servizio hanno resistito dieci ore senza poter andare in bagno
, aggiungendo poi: La carenza di base è peggiorata dalle sospensioni dei colleghi no vax, cui dobbiamo subentrare. In questo modo il nostro carico di lavoro si raddoppia
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