L’intesa tra ministero della Salute, Conferenza Regioni e Fnopi relativa alla somministrazione vaccinale trova l’opposizione dell’organizzazione sindacale. Auspichiamo che il protocollo venga ritirato e, al contempo, si convochi un tavolo di confronto
, le parole del segretario generale, Giuseppe Carbone.
Vaccini Covid e infermieri, Fials boccia protocollo Fnopi-Governo-Regioni
Un protocollo di accordo in aperta violazione della legge 3/18 che esclude, in modo tassativo, qualsivoglia ruolo negoziale in materia sindacale nonché di rapporto di lavoro agli Ordini delle professioni sanitarie. E dunque, per noi, giuridicamente nullo
. Così il segretario generale della Fials, Giuseppe Carbone, che firma una lettera aperta in merito all’intesa sottoscritta dal Ministero della Salute, dalla conferenza delle Regioni e dalla Fnopi inerente la somministrazione domiciliare delle dosi di vaccino da parte degli infermieri pubblici fuori dall’orario di servizio.
Senza giri di parole, Carbone invita governo e regioni a ritirare il protocollo e a convocare un tavolo di confronto con i sindacati firmatari dei contratti della sanità per redigerne uno nuovo con migliori contenuti, più operativo e rispettoso della dignità e dell’autonomia di professionisti laureati
. Sindacati esclusi e ulteriori criticità – come già rimarcato dal Nursing Up, che attraverso il presidente nazionale, Antonio De Palma, parla di luci e ombre. Per la verità: molte più ombre che luci
– e pronta replica della Federazione nazionale degli Ordini delle professioni infermieristiche.
È chiaro che il contenuto del protocollo – rientrando nella sfera dell’organizzazione del lavoro, del trattamento normativo ed economico degli infermieri – fa parte delle competenze esclusive della contrattazione tra le parti datoriali, anche pubbliche, e parti sindacali
, circoscrive Carbone. Ma non è tutto. Perché la Fials rincara la dose e considera il protocollo giuridicamente nullo, poiché invade competenze che la Costituzione e le leggi conseguenti riservano alla titolarità delle organizzazioni sindacali rappresentative, nel caso specifico, delle infermiere e degli infermieri
.
Aspetti, questi, rimarcati nella missiva inviata al ministro della Salute, Roberto Speranza, al presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, Massimiliano Fedriga, al presidente del Consiglio, Mario Draghi, al ministro della Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, al ministro del Lavoro, Andrea Orlando: Nel merito le competenze, la capacità e la rappresentatività sindacale avrebbe potuto dar vita a un’intesa migliore sia per i cittadini che per i professionisti, evitando il corso da parte dell’Istituto Superiore di Sanità per insegnare agli infermieri come vaccinare, atto che rappresenta una competenza distintiva della professione, la subalternità al medico, la retribuzione per atto vaccinale, quanto mai lesiva della dignità professionale
.
La soluzione, secondo Carbone, sarebbe stata concordare un accordo per regolamentare la vaccinazione da parte degli infermieri
. E ancora, perché no, anche da parte delle assistenti sanitarie e delle ostetriche, a domicilio del cittadino, in condizione di impossibilità a recarsi nel centro vaccinale
.
Da parte sua, la Fials chiede delucidazioni al ministro Speranza in merito alla posizione assunta. Riteniamo – si legge nella lettera – che non risulti eticamente corretto riconoscere dalle parti firmatarie dell’accordo, solo per una situazione emergenziale come la vaccinazione, l’attività libero professionale per gli infermieri per poi porre tutto a tacere in un dimenticatoio
.In che modo? Disconoscendo le competenze e l’autonomia professionale degli infermieri come delle altre professioni sanitarie
.
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