Quotidianamente gli aggiornamenti relativi al COVID-19 ci ricordano gli impatti che questo sta avendo in particolare sulla popolazione adulta. Diverse ricerche dimostrano quanto il rischio di diffusione nei bambini non vada sottovalutato. Ciò che emerge dalle revisioni condotte è che, se confrontate con quanto accade negli adulti, le manifestazioni cliniche del COVID-19 nei bambini appaiono come meno gravi, ma questo non significa che i bambini non siano vulnerabili al COVID-19.
Anche i bambini sono vulnerabili al Covid-19
Il Chinese Center for Disease Control and Prevention ha descritto che dei 72.314 pazienti affetti da COVID-19, circa il 2% riguardavano individui di età inferiore ai 18 anni.
Un recente studio retrospettivo condotto da Dong, Hu et al. in corso di pubblicazione su Pediatrics, analizza i dati relativi ai 2.143 casi positivi al COVID-19 in pazienti con meno di 18 anni (età media 7). Di questi casi, 731 (34,1%) sono stati confermati positivi dagli esami di laboratorio, mentre 1.412 (65,9%) erano casi sospetti.
I bambini riscontrati positivi all’infezione presentavano generalmente sintomi respiratori quali tosse, febbre, rinite, oltre ad astenia e disturbi gastrointestinali.
Dei casi analizzati 112 sono stati identificati come affetti da sintomatologia severa (iniziale manifestazione con febbre, tosse e sintomi gastrointestinali, peggioramento con ingravescente dispnea e riduzione della saturazione), mentre 13 pazienti presentavano una sintomatologia grave (insufficienza respiratoria e/o insufficienza d’organo).
Un ulteriore dato emerso dallo studio è che più di un bambino su tre (il 39%) ha manifestato una polmonite riscontrata radiograficamente e problemi polmonari, ma senza segni di distress respiratorio.
Ciò che emerge dalle revisioni condotte è che, se confrontate con quanto accade negli adulti, le manifestazioni cliniche del COVID-19 nei bambini appaiono come meno gravi. Ciò nonostante va ricordato che anche i bambini sono vulnerabili al COVID-19.
Inoltre, ciò che emerge dalla ricerca condotta da Dong, Hu et. al, è che oltre a 13 casi effettivamente positivi al COVID-19, un totale di 104 bambini con manifestazioni cliniche gravi o severe non avevano una infezione confermata da dati di laboratorio. Nonostante ciò sono stati gestiti all’interno di reparti intensivi e trattati come sospetti.
Questo dato è rilevante, poiché ci permette di capire che all’interno dei reparti pediatrici e neonatologici, di degenza o intensivi, i pazienti sintomatici dovranno essere trattati come sospetti all’esito dei tamponi. Per questo è necessario chiarire come vadano trattati i bambini sospetti o confermati e le strategie per ridurre il rischio di trasmissione dell’infezione.
- Articolo redatto insieme a
Orsola Gawronsky, PhD. Continuing Education and Nursing Research Unit. Ospedale Bambino Gesù Roma
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