Domani 13 settembre avranno luogo su scala nazionale i test d'ingresso per le Professioni Sanitarie; ondate di aspiranti professionisti della salute si cimenteranno con quiz di logica, cultura generale e materie scientifiche per guadagnarsi un posto nel tanto sospirato Corso di Laurea. Oppure in quello un po' meno sospirato, ma comunque utile. Forse. Abbiamo condotto un questionario per indagare qualche aspetto circa l'annoso problema delle preferenze dal quale sono emersi dati interessanti.
Come affrontano il dilemma delle preferenze i candidati?
Affrontare un test d'ingresso significa fare i conti con un numero chiuso (spesso molto "chiuso"), seconde e, a volte, terze scelte, le quali possono risultare vere e proprie rivelazioni o meri ripieghi. Come affrontano l'annoso dilemma delle preferenze i candidati?
Come ogni anno migliaia di giovani diplomati dovranno “scegliere” il loro futuro di studio, che si tradurrà (si spera) in un lavoro per la vita.
Le informazioni di orientamento didattico sono numerose, sia ad opera delle istituzioni pubbliche che private e le possibilità offerte sono molte e variegate.
Tutto questo però “stride” con un quesito molto semplice: “posso realmente scegliere?”. Noi di Nurse24.it ci siamo posti questo problema focalizzando l'attenzione sull’ambito didattico sanitario-scientifico (nello specifico: Infermieristica, Medicina, Farmacia e Biologia) e per avere un quadro più oggettivo possibile abbiamo creato un questionario che potesse indagare alcuni aspetti sulla preferenza universitaria.
Abbiamo ricevuto 71 risposte le quali ci hanno suggerito delle riflessioni che non hanno la pretesa di essere scientifiche; piuttosto si tratta di riflessioni di tipo etico-morale sulla scelta-non scelta del proprio futuro lavorativo e di vita.
Alla prima domanda il 66,2 % ha risposto come ci aspettavamo, ovvero la maggior parte degli intervistati ha confermato Medicina come prima scelta. Sappiamo bene quanto risulti attrattiva la professione medica. Nonostante questo, quasi il 27% degli intervistati ha scelto Infermieristica come prima scelta.
Le risposte alla seconda domanda portano a delle considerazioni interessanti. La mancata possibilità di poter iniziare un percorso didattico in linea con le proprie passioni, aspettative ecc. riporta ad una scelta variegata che pone l’Infermieristica quasi al 37%. Ora la domanda sorge spontanea: "se come prima scelta hai indicato Medicina, Biologia o Farmacia, perché come alternativa scegli Infermieristica?"
Il 46,5 % motiva la seconda scelta affermando che risulta essere più “simile” alla prima. Questo valore fa riflettere. La similitudine fra Medicina, Biologia, Farmacia e l’Infermieristica può essere vera per certi aspetti nell’ordinamento didattico ma, come sanno bene i professionisti, l’attività svolta è evidentemente differente anche se convergente nella risoluzione finale (la salute della persona). Se poi sommiamo questo dato al quasi 30% di studenti che sceglie altre facoltà per prepararsi al test per l’anno successivo otteniamo una quota significativa di quasi il 70% di studenti che si indirizzano verso un futuro non voluto o comunque non congruente con la propria idea.
Sicuramente le riflessioni estrapolate dal questionario andrebbero indagate dettagliatamente con una ricerca metodologica, ma l’obiettivo che ci siamo posti è un altro, ovvero quello di stimolare il pensiero critico sulla scelta-non scelta dei professionisti del futuro.
Siamo certi che con questo sistema sviluppiamo valore professionale? Siamo certi della motivazione, che rappresenta il “motore” di spinta di ogni sogno?
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